Ecco alcune misure e bonus che permettono, nei casi previsti, di avere uno stipendio più corposo: di che si tratta e dettagli
Quando si parla di bonus e di misure, l’attenzione è sempre altissima, al pari della curiosità di scoprire chi può aver accesso e diritto ai vantaggi previsti. Si tratta di un tema importante che consente, laddove possibile, di ottenere uno stipendio ed entrate maggiori, facendo fronte al costo della vita alto.
Sono in tanti ad esser preoccupati dalla situazione economica, che vede un costo della vita alto e tante spese da dover affrontare. Il riferimento non va a particolari beni di lusso, ma a ciò di cui si necessità giorno giorno, elementi primari come cibo, igiene personale, bollette e così via.
Bene di prima necessità che, in alcuni casi, sono stati oggetto di rincari ed aumenti, a seguito dell’inflazione. Proprio per queste e per altre ragioni, c’è sempre grande attenzione sulle tematiche che hanno a che fare con le misure introdotte ed i bonus a cui poter far riferimento, nei casi in cui spettano, potendo usufruire di importanti vantaggi.
Un primo aspetto importante su cui soffermarsi e di cui a lungo si è parlato riguardo un intervento teso a sostenere le famiglie maggiormente fragili dal punto di vista economico. Si tratta dell’aumento del taglio del cuneo fiscale. In buona sostanza, la misura introdotta dapprima dal Governo Draghi nel 2022, con la proroga tramite la legge di bilancio del 2023 e poi quella del 2024, vede la scadenza, al momento, per il 31.12.24.
Il taglio del cuneo fiscale, chiamato anche esonero contributivo, riguarda la riduzione delle imposte sugli stipendi dei dipendenti, così da far crescere la retribuzione netta, e la logica è quella di portare all’aumento del potere d’acquisto delle famiglie. Ma come funziona e quali sono gli altri aspetti da sapere? Ecco i dettagli a seguire.
Misure e bonus per stipendi più corposi e per aumentare il potere d’acquisto: taglio del cuneo fiscale, aliquote IRPEF e non soltanto
Tra le misure ed i bonus ben noto su cui soffermarsi, in particolare rispetto ai vantaggi ad essi legati, per chi ne ha diritto, vi è dunque anche il taglio del cuneo fiscale. Il relativo taglio è passato dal 3 al 7% riguardo redditi lordi all’anno sino a 25mila euro. Nei casi dei redditi lordi all’anno sino a 35mila euro, il taglio va dal 2 al 6%.
Si passa poi ad un’altra misura, l‘abbassamento delle aliquote IRPEF, le quali da quattro son passate a 3. Nel dettaglio, le nuove aliquote per scaglioni di reddito sono del 23% sino a 28mila euro, del 35% oltre 28mila e sino a 50mila euro, e del 43% oltre i 50mila euro.
Per quanto riguarda più nel dettaglio la voce bonus, un aspetto rilevante si lega al bonus mamme, ovvero un esonero dai contributi previdenziali a carico delle dipendenti a tempo indeterminato che abbiano quantomeno due figli (2024) e tre figli (dal 2025), sino ad un massimo di tremila euro all’anno. Il bonus mamma lavoratrici può tradursi dunque in un aumento significativo dello stipendio.
La misura in questione è dunque una agevolazione destinata alle dipendenti a tempo indeterminato (privato e pubblico) che vengono esentate, previa domanda, dal pagamento dei contributi previdenziali a certe condizioni.
L’applicazione avviene in busta paga, previa domanda, secondo delle modalità sin dal gennaio dell’anno in corso. Per il periodo di paghe 01.01-24 – 31.12.26, trova applicazioni per le lavoratrici mamme di 3 o più figli, fino a quando il più piccolo compie 18 anni. Inoltre, per i periodi di paga 01.01.24 – 31.12.24, l’esonero riguarda anche le lavoratrici mamme di 2 figli, a patto che quello più piccolo sia minore di dieci anni, e fino al compimento del 10°anno
Questi, alcuni dettagli generali sulle misure in questione, che è bene approfondire per saperne di più e per chiarire eventuali dubbi, anche presso esperti del campo e professionisti in materia.