Beneficenza: ecco cosa cambia con la “Legge Ferragni”

Sembra un nome perfetto, quasi click-bait, per una serie di nuove regole volte ad una beneficenza più trasparente e meno “commerciale”

In arrivo nuove regole per la trasparenza nelle attività commerciali a scopo solidale. Queste vogliono inserire il riportare sulle confezioni di prodotti informazioni dettagliate, scopriamo quali.

Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha annunciato l’introduzione di nuove norme che regolamentano le attività commerciali a scopo benefico, in seguito al recente scandalo che ha coinvolto l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni.

Le nuove regole, note comunemente come “Legge Ferragni”, mirano a garantire una maggiore trasparenza nelle attività di vendita di prodotti a scopo solidale.

Le lacune delle normative attuali

Giorgia Meloni ha dichiarato in un’intervista a Rete4 che la normativa attuale presenta lacune in termini di trasparenza nelle attività commerciali con uno scopo benefico. Il governo intende colmare questo vuoto attraverso l’introduzione di regole più chiare e dettagliate.

L’obiettivo è evitare futuri scandali simili a quello che ha coinvolto Chiara Ferragni, sanzionata per pubblicità ingannevole sulla destinazione degli incassi di un pandoro brandizzato, ma anche di altri prodotti e collaborazioni al momento sotto inchiesta.

Come cambieranno le confezioni dei prodotti di beneficenza?

La nuova normativa, che sarà discussa nel prossimo Consiglio dei ministri il 25 gennaio 2024, richiederà che le confezioni dei prodotti venduti a scopo benefico riportino informazioni dettagliate su come vengono utilizzati i proventi.

Le imprese coinvolte dovranno specificare chiaramente a chi sono destinati i fondi, come saranno impiegati e quale percentuale verrà effettivamente devoluta a scopo benefico.

Le precedenti dichiarazioni di Meloni sugli influencer

La premier aveva già parlato – pur non nominandola direttamente – dell’influencer madre di Leone e Vittorio e della vicenda del pandoro Balocco dal palco di Atreju.

Gli influencer non sono quelli che fanno soldi a palate mettendo vestiti o borse o promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo servirà solo a pagare cachet milionari“, aveva detto Meloni in occasione della Festa di Fratelli d’Italia.

Giorgia Meloni che guarda in su
Giorgia Meloni | @AffariItaliani – Cityzen.it

La risposta di Fedez alla premier Meloni

“La presidente del Consiglio Meloni ha deciso di salire sul palco per parlare delle priorità del Paese. Avrà parlato della disoccupazione, o della Manovra o della pressione fiscale? No, ha deciso di dire ‘Diffidate dalle persone che lavorano sul web’. Questa è la priorità del nostro presidente del Consiglio“, aveva quindi risposto Fedez, marito di Chiara Ferragni

Secondo la premier, la vicenda Ferragni ha fatto emergere “un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Voluto o non voluto, adesso vi si può incappare“.

Non è solo una questione di Ferragni

Dunque la premier Giorgia Meloni ha sottolineato che la nuova legge non è indirizzata solo a influencer come Chiara Ferragni, ma a tutte le attività commerciali che utilizzano scopi benefici come parte della loro strategia di marketing.

Ma la proposta ha già suscitato reazioni contrastanti.

Le reazioni contrastanti alla “Legge Ferragni”

Mentre alcuni vedono la cosiddetta Legge Ferragni come un passo importante per proteggere il pubblico da pratiche commerciali ingannevoli, altri ritengono che possa rappresentare un eccesso normativo, tipico della burocrazia del nostro paese.

La presidente del Consiglio ha difeso la necessità di tali misure, affermando che la trasparenza è essenziale per mantenere la fiducia del pubblico e garantire che le risorse siano effettivamente utilizzate a fini benefici.

E dopo la vendita dei prodotti a scopo benefico?

La normativa prevede anche un aumento dei controlli sulle attività commerciali a scopo benefico e l’obbligo di indicare chiaramente l’importo dei contributi ricevuti e quanto viene effettivamente destinato alla beneficenza. Queste misure, secondo Manlio Messina, deputato e vicepresidente di Fratelli d’Italia alla Camera, sono finalizzate a evitare abusi e garantire che le attività commerciali oneste e trasparenti non siano penalizzate.

Per fare beneficenza ci vuole chiarezza e delicatezza

La Legge Ferragni rappresenta un cambio significativo nella regolamentazione delle attività commerciali a scopo benefico in Italia e nel mondo, dato che il lavoro del terzo millennio – quello degli influencer – è ancora qualcosa di poco regolamentato.

L’obiettivo è garantire che le imprese e gli influencer siano chiari nelle loro pratiche commerciali e che il pubblico possa fare scelte informate quando acquista prodotti a scopo solidale, soprattutto se coinvolgono in prima persona una larga fetta di pubblico “contribuente” e se sono portatrici di riflessioni delicate.