Le lavoratrici con figli possono richiedere il Bonus Mamme e ottenere un aumento direttamente in busta paga. A quanto ammonta il beneficio?
Le madri lavoratrici dipendenti pubbliche o private con contratto a tempo indeterminato (ad esclusione delle lavoratrici domestiche) hanno diritto a un nuovo Bonus, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024.
Consiste nello sgravio contributivo totale, fino a 3 mila euro all’anno, per chi ha, nel 2024, almeno due figli di cui il più piccolo con meno di 10 anni di età, o almeno tre figli, nel biennio 2025-2026, di cui il più piccolo di età inferiore a 18 anni.
Il presupposto principale per accedere al Bonus mamme si ritiene soddisfatto alla nascita del secondo o del terzo figlio e si ritiene, in tale data, cristallizzato. Le lavoratrici, dunque, potranno ricevere la maggiorazione sullo stipendio anche nell’ipotesi di fuoriuscita dei figli dal nucleo familiare.
In pratica, i contributi a carico delle dipendenti che hanno almeno due figli vengono versati dallo Stato e, dunque, le beneficiarie potranno ottenere 250 euro in più ogni mese sulla busta paga. Ma a chi spetta l’agevolazione e come si richiede? Se non si effettuano specifici adempimenti si rischia di perdere l’esonero.
Bonus Mamme: è compatibile con altre misure di sostegno riconosciute alle famiglie con figli?
Il Bonus Mamme viene erogato a tutte le lavoratrici dipendenti che hanno due o tre figli, ma il suo valore varia a seconda dell’ISEE, anche perché l’incremento retributivo comporta delle conseguenze dal punto di vista fiscale.
L’aumento del reddito, inoltre, potrebbe influire su altri benefici, come l’Assegno Unico e Universale, perché si tratta di un sussidio il cui valore dipendente dalla condizione reddituale del nucleo familiare titolare.
Per questo motivo, prima di presentare la richiesta per il Bonus Mamme è opportuno valutare attentamente la propria condizione. Per esempio, chi ha un ISEE che risulta già superiore a 17.090,61, con un ulteriore incremento dello stipendio, perderebbe gran parte dell’importo spettante per l’Assegno Unico, fino a scendere a 57 euro, se di superano i 45.574,96 euro.
Ricordiamo, infine, che per ricevere l’esonero totale dei contributi a proprio carico, le lavoratrici devono comunicare al datore di lavoro la volontà di beneficiare dell’agevolazione e specificare il numero dei figli con il relativo codice fiscale.
Le interessate possono, inoltre, comunicare i codici fiscali dei figli direttamente all’INPS. Si tratta di un adempimento fondamentale ai fini del riconoscimento del sussidio, perché, in mancanza, i datori di lavoro non possono procedere con l’indicazione del valore dell’esonero spettante nelle denunce retributive.