Ci sono famiglie che perderanno l’Assegno di Inclusione nel mese di luglio a causa della regola dei 120 giorni. Cos’è e come rispettarla.
Dopo neanche sei mesi di erogazioni, l’Assegno di Inclusione potrebbe sparire per tanti percettori. Il sussidio, infatti, è legato ad alcuni adempimenti che se non ottemperati potrebbero far perdere il diritto al beneficio.
In sostituzione del Reddito di Cittadinanza è arrivato l’Assegno di Inclusione, un sussidio economico dedicato alle famiglie con minori, invalidi, over 60 e in condizioni di svantaggio sociale. Viene erogato mensilmente su un’apposita Carta prepagata e potrà essere utilizzato per fare acquisti. Oltre alla domanda di AdI, ai cittadini interessati è stato chiesto di sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale tramite piattaforma SIISL. I
n questo modo il richiedente ha fornito e certificato i contatti da usare per la convocazione da parte dei servizi sociali. Qui entra in gioco la regola dei 120 giorni. Chiedendo l’Assegno di Inclusione si è accettato di presentarsi presso un ufficio dei Servizi Sociali entro 120 giorni dall’accettazione del PAD. Facendo due conti, i cittadini che hanno firmato il Patto tra dicembre e gennaio hanno già superato la scadenza o sono in procinto di farlo.
La regola dei 120 giorni farà perdere l’Assegno di Inclusione, a chi
I Comuni hanno il compito di procedere con la convocazione dei percettori dell’Assegno di Inclusione presso i servizi sociali del territorio di residenza. Considerando il gran numero di domande pervenute e le difficoltà da parte delle amministrazioni di gestirle velocemente, il termine dei 120 giorni è stato prorogato per i primi richiedenti. Il conteggio è partito non più dalla data di sottoscrizione del PAD ma dal momento dell’invio da parte dell’INPS ai Comuni della lista dei beneficiari.
Significa che chi ha firmato il Patto già a dicembre o gennaio è ancora in tempo. Considerando lo slittamento, infatti, il termine ultimo per presentarsi presso i servizi sociali si è spostato a giugno. Ma il cittadino non deve attendere passivamente la convocazione del Comune di residenza perché così facendo rischia di perdere l’Assegno di Inclusione. Deve attivarsi e prenotare personalmente un appuntamento evitando, così, una sospensione delle erogazioni.
La normativa, infatti, stabilisce che il primo incontro con i servizi sociali dovrà avvenire entro 120 giorni indipendentemente dalla convocazione. Spetta al nucleo familiare interessarsi alla questione e adempiere all’obbligo per non perdere soldi. Restare fermi in attesa della chiamata è sbagliato così come saltare gli appuntamenti successivi al primo incontro. Dovranno avvenire entro 90 giorni o addio Assegno di Inclusione.