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A giugno stop all’Assegno di Inclusione: quali famiglie rimarranno senza soldi

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Valentina Trogu

Ci sono famiglie che perderanno l’Assegno di Inclusione nel mese di luglio a causa della regola dei 120 giorni. Cos’è e come rispettarla. 

Dopo neanche sei mesi di erogazioni, l’Assegno di Inclusione potrebbe sparire per tanti percettori. Il sussidio, infatti, è legato ad alcuni adempimenti che se non ottemperati potrebbero far perdere il diritto al beneficio.

Addio Assegno di Inclusione, l’errore da evitare (Cityzen.it)

In sostituzione del Reddito di Cittadinanza è arrivato l’Assegno di Inclusione, un sussidio economico dedicato alle famiglie con minori, invalidi, over 60 e in condizioni di svantaggio sociale. Viene erogato mensilmente su un’apposita Carta prepagata e potrà essere utilizzato per fare acquisti. Oltre alla domanda di AdI, ai cittadini interessati è stato chiesto di sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale tramite piattaforma SIISL. I

n questo modo il richiedente ha fornito e certificato i contatti da usare per la convocazione da parte dei servizi sociali. Qui entra in gioco la regola dei 120 giorni. Chiedendo l’Assegno di Inclusione si è accettato di presentarsi presso un ufficio dei Servizi Sociali entro 120 giorni dall’accettazione del PAD. Facendo due conti, i cittadini che hanno firmato il Patto tra dicembre e gennaio hanno già superato la scadenza o sono in procinto di farlo.

La regola dei 120 giorni farà perdere l’Assegno di Inclusione, a chi

I Comuni hanno il compito di procedere con la convocazione dei percettori dell’Assegno di Inclusione presso i servizi sociali del territorio di residenza. Considerando il gran numero di domande pervenute e le difficoltà da parte delle amministrazioni di gestirle velocemente, il termine dei 120 giorni è stato prorogato per i primi richiedenti. Il conteggio è partito non più dalla data di sottoscrizione del PAD ma dal momento dell’invio da parte dell’INPS ai Comuni della lista dei beneficiari.

C’è tempo per non perdere l’Assegno di Inclusione, cosa fare (Cityzen.it)

Significa che chi ha firmato il Patto già a dicembre o gennaio è ancora in tempo. Considerando lo slittamento, infatti, il termine ultimo per presentarsi presso i servizi sociali si è spostato a giugno. Ma il cittadino non deve attendere passivamente la convocazione del Comune di residenza perché così facendo rischia di perdere l’Assegno di Inclusione. Deve attivarsi e prenotare personalmente un appuntamento evitando, così, una sospensione delle erogazioni.

La normativa, infatti, stabilisce che il primo incontro con i servizi sociali dovrà avvenire entro 120 giorni indipendentemente dalla convocazione. Spetta al nucleo familiare interessarsi alla questione e adempiere all’obbligo per non perdere soldi. Restare fermi in attesa della chiamata è sbagliato così come saltare gli appuntamenti successivi al primo incontro. Dovranno avvenire entro 90 giorni o addio Assegno di Inclusione.

Valentina Trogu

Giornalista pubblicista, Web content writer, scrittrice e mediatrice familiare. Laureata in sociologia-analisi delle politiche sociali. Mi occupo della stesura di articoli toccando varie tematiche tra cui economia, salute, tecnologia, attualità. In questo modo posso coltivare la mia passione per la scrittura e cercare di rendere fruibili le informazioni ad un maggior numero di persone.

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