Negli scorsi mesi era stata annunciata l’introduzione del Bonus tredicesima. Ma a Natale molti lavoratori potrebbero rimanere delusi, ecco perché.
Il Governo sta pensando a delle misure aggiuntive per tutelare i lavoratori. Per questo motivo, è stata convocata una riunione a Palazzo Chigi con i sindacati, durante la quale la Premier illustrerà il programma dell’Esecutivo.
La novità più importante riguarda il cd. Bonus tredicesima, ossia l’indennità del valore di 100 euro spettante ai lavoratori dipendenti con un reddito fino a 28 mila euro, coniugati e con almeno un figlio a carico.
A causa della mancanza di fondi sufficienti, la misura rimarrà in vigore solo per il 2024. Ma potrebbero esserci novità anche in tal senso. Analizziamo la questione nel dettaglio.
Alternative al Bonus tredicesima: le iniziative per donne e disoccupati
L’erogazione del Bonus tredicesima potrebbe essere a rischio a causa della mancanza di risorse economiche.
Nel mese di dicembre 2024, infatti, sarebbe dovuto essere attiva una prestazione integrativa, sotto forma di detassazione della tredicesima dei lavoratori dipendenti con famiglia e figli a carico e con redditi bassi oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico.
Nel dettaglio, i lavoratori con un reddito non superiore a 28 mila euro avrebbero dovuto ottenere ben 100 euro in più insieme alla tredicesima mensilità. Al momento, tuttavia, ogni certezza sembrerebbe svanita e bisognerà lavorare su una riformulazione del beneficio, in linea con i fondi finanziari disponibili.
Per sopperire alla mancata approvazione del Bonus tredicesima, la Premier, Giorgia Meloni, ha annunciato che verranno predisposti degli sgravi per permettere ai datori di procedere con nuove assunzioni, in particolare di donne e giovani.
Nel dettaglio, sarà previsto il taglio, per due anni, degli oneri contributivi per i nuovi assunti. L’entità del vantaggio, al momento, non è ancora nota ma, secondo le indiscrezioni, potrebbe corrispondere anche al 130% del costo del lavoro.
Dovranno, poi, arrivare altre due iniziative per incrementare le assunzioni: “autoimpiego Centro-Nord Italia” e “Resto al Sud 2.0“. Il primo progetto è rivolto agli under 35, ai disoccupati da almeno un anno, ai soggetti in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, alle persone inattive, alle donne inoccupate, inattive e disoccupate e ai disoccupati percettori di ammortizzatori sociali.
In particolare, la misura consiste in un voucher del valore massimo di 30 mila euro per acquistare beni, strumenti e servizi per l’avvio di un’attività lavorativa. L’agevolazione, inoltre, può salire fino a 50 mila euro per le attività situate nelle zone dell’Italia centrale colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.
Il programma “Resto al Sud 2.0“, invece, consiste in un contributo a fondo perduto del valore di 40 mila euro, per finanziare l’avvio di attività lavorative che coinvolgono disoccupati beneficiari di ammortizzatori sociali, nelle zone del Mezzogiorno d’Italia.