Dopo la sospensione dell’anticipo TFS ai dipendenti pubblici qual è la strada da percorrere per ottenere i propri soldi?
La liquidità è un diritto per i lavoratori dipendenti anche se non sembrerebbe. I tempi di erogazione sono lunghissimi e per chiedere l’anticipo occorre pagare degli interessi sui propri soldi. L’INPS sembrava aver alleggerito la situazione ma il vantaggio è durato poco.
Il Trattamento di Fine Servizio o Lavoro si fa desiderare dai dipendenti del settore pubblico. Questi devono attendere anni prima di ricevere la liquidità maturata nel corso della carriera lavorativa nonostante la Cassazione abbia giudicata incostituzionale questa attesa e la differenza con i dipendenti pubblici che in massimo dodici mesi ricevono i soldi. Ma le casse dello Stato languono e non c’è modo per velocizzare i pagamenti né, soprattutto, di far fronte ai versamenti di chi attende da diverso tempo il TFS.
Si tratterebbe di sborsare miliardi di euro senza sapere da dove attingere. Pure l’anticipo del TFS è un problema da considerare. I tempi sono anche in questo caso lunghi, si applicano interessi cospicui e non si può chiedere l’intera somma spettante. L’INPS aveva adottato un sistema più vantaggioso rispetto al prestito bancario ma ora è sospeso.
I fondi 2024 sono esauriti e l’INPS ha bloccato le domande di anticipo integrale del TFS/TFR ai dipendenti pubblici. L’ente della previdenza sociale non erogherà più il prestito agevolato ai lavoratori perché le risorse a disposizione nell’anno corrente sono già terminate. Di conseguenza inutile provare ad accedere alla funzione online volta alla richiesta di “Anticipazioni Credito”, è stata disattivata.
A segnalare la sospensione l’INPS stessa con il messaggio numero 1628 del 2024. Niente più possibilità, dunque, di chiedere l’anticipazione integrale con prestito al tasso dell’1% da parte degli iscritti al Fondo Credito. Ora l’unica possibilità rimane quella di fare domanda di prestito bancario accettando, però, un tasso di interesse molto più alto. Teoricamente, infatti, il tasso con la convenzione ABI dovrebbe essere dello 0,40% ma sono pochissime (solo otto) le banche che hanno aderito alla convenzione non essendo un obbligo.
La maggior parte degli istituti propone un tasso medio del 4% su un massimo di 45 mila euro di anticipo (1.800 euro di interessi invece che 180 euro). Significa togliere una somma importante alla propria liquidità che, tra le altre cose, arriverebbe dopo tre/quattro mesi dalla presentazione della domanda considerando che l’iter INPS-banca di erogazione prevede diversi step.
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