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Addio pausa caffè e sigaretta, il terrore dilaga tra i lavoratori

Published by
Valentina Trogu

Il datore di lavoro può vietare la pausa caffè e sigaretta al verificarsi di determinate condizioni. Quali dipendenti devono iniziare a tremare?

La pausa sul lavoro è un diritto del lavoratore ma allo stesso tempo il datore di lavoro ha la facoltà di vietarla in alcune circostanze. Scopriamo cosa stabilisce la Legge.

Pausa caffè e sigaretta, il datore di lavoro può vietarla (Cityzen.it)

Lavorare otto o dieci ore di seguito senza mai una pausa significa arrivare all’esaurimento molto presto. La mente non può essere costantemente impegnata e incentrata sull’attività da svolgere. Ogni tanto c’è il bisogno fisico e mentale di staccarsi dal lavoro per ricaricare le energie e ricominciare in modo più efficace. Da qui la nascita della pausa caffè o sigaretta, una necessità ma anche un diritto per i dipendenti.

Secondo la Legge la pausa è un lasso temporale in cui recuperare le energie fisiche e mentali, mangiare e attenuare le mansioni monotone e ripetitive stancanti. Di conseguenza è proprio la normativa a prevedere un intervallo per il lavoratore ma solo se intervengono determinate circostanze.

La pausa è un diritto? Ecco le circostanze

Per capire se la pausa dal lavoro spetta o meno è bene distinguere le attività in base all’orario dello svolgimento. Generalmente il dipendente lavora per 40 ore settimanali ma ci sono Contratti Collettivi del Lavoro che stabiliscono una durata inferiore o superiore con durante media per ogni sette giorni pari o inferiore a 48 ore incluse le ore di straordinario.

La verità sulla pausa caffè (Cityzen.it)

La Legge stabilisce che i dipendenti hanno diritto ad un riposo giornaliero di 11 ore consecutive ogni 24 ore. Significa che l’orario massimo giornaliero è di 13 ore. Se il lavoro supera le sei ore allora il datore di lavoro non può negare la pausa caffè o sigaretta perché deve permettere al dipendente di recuperare le energie, dialogare con i colleghi, rilassarsi e allontanare lo stress. A disciplinare le modalità e la durata della pausa sono i CCNL oppure i regolamenti aziendali. In generale l’intervallo medio è di dieci minuti e il lavoratore può sfruttarli come meglio credo.

La normativa stabilisce, poi, che in qualsiasi momento della giornata lavorativa è possibile fruire della pausa secondo quanto stabilito nel contratto o dal datore di lavoro in base alle esigenze lavorative. L’importante è che sia inferiore ai dieci minuti. Superando questo lasso temporale la pausa non verrà retribuita. In conclusione, se l’orario di lavoro supera le sei ore non potrete mai essere privati dei vostri dieci minuti di interruzione dall’attività lavorativa. Lo dice la Legge e il datore di lavoro deve rispettarla.

Valentina Trogu

Giornalista pubblicista, Web content writer, scrittrice e mediatrice familiare. Laureata in sociologia-analisi delle politiche sociali. Mi occupo della stesura di articoli toccando varie tematiche tra cui economia, salute, tecnologia, attualità. In questo modo posso coltivare la mia passione per la scrittura e cercare di rendere fruibili le informazioni ad un maggior numero di persone.

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