Se fate parte di questa categoria, potete dire addio al versamento dell’Iva. Ecco cosa c’è da sapere, non dovete più pagare.
Il pagamento dell’Iva è da sempre uno degli aspetti che più preoccupa gli italiani dal punto di vista economico. Con il 2024 che ha da poco preso il via, ci sono però alcune importanti novità sulle quali dovreste informarvi subito. Perché ci sono alcune categorie di contribuenti che non saranno più tenute ad effettuarne il versamento dell’Iva, con un risparmio garantito.
In particolare, con il recente decreto Semplificazioni sono cambiate le soglie minime per i versamenti dell’Iva e di altre imposte. Una decisione che viene incontro a tutti i titolari di Partita Iva che hanno un volume di affari piuttosto basso. E potranno così evitare i famosi versamenti minimi, concentrando i pagamenti in soluzioni uniche. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo, così non avrete più dubbi sui pagamenti.
Come anticipato, grazie al nuovo decreto Semplificazioni e in particolare all’art. 9 che si può leggere nella Gazzetta Ufficiale del 12 gennaio 2024, ci sono modifiche alla soglia minima per i versamenti dell’Iva che ora è stata innalzata da 25,82 euro a 100 euro. Questo vuol dire che, per dover versare l’Iva mensile o trimestrale, c’è la possibilità di accorpare due o più versamenti quando l’importo è inferiore alla nuova soglia minima di 100 euro.
Ovviamente con questo cambio di legge non vuol dire che quelle somme al di sotto della soglia minima non saranno più interessate dal versamento dell’Iva. Ma più semplicemente che ora si potranno accorpare più pagamenti in un’unica soluzione. C’è un’eccezione però alla norma generale che dovrebbe interessarvi. Legata al versamento dovuto al 16 dicembre.
In questo caso, anche se la soglia minima è inferiore ai 100 euro previsti dal decreto Semplificazioni, il versamento va comunque effettuato in tempi celeri. Le nuove norme verranno applicate anche per le liquidazioni periodiche dell’anno di imposta 2024, come si legge all’interno della Gazzetta Ufficiale.
E sono inoltre incluse anche le ritenute per i redditi di lavoro autonomo e su altri redditi. Infine, figurano nella lista le provvigioni legate a rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento di affari. Queste sono tutte le principali modifiche che il Governo Meloni ha voluto introdurre con il nuovo decreto.
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