Le agevolazioni per disabili sono concesse senza riconoscimento della menomazione ma attenzione, si rischia grosso.
I soggetti con patologie gravi possono ottenere gli assegni mensili prima della conferma dell’INPS ma il rischio di dover restituire i soldi è dietro l’angolo. Vediamo cosa sta accadendo.
Il Governo vuole accelerare i tempi di erogazione delle misure economiche in aiuto delle persone con disabilità. La novità 2024 è la possibilità di ricevere subito le prestazioni, prima che arrivi la conferma dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Questo a condizione che la patologia sia grave e che si presenti un apposito certificato medico. Stop all’attesa, dunque, del verbale della Commissione medico legale incaricata di verificare i requisiti del richiedente il riconoscimento della disabilità.
Gli assegni saranno versati subito ma ci sono dei rischi legati alla nuova normativa che ridefinisce la definizione di disabilità, la valutazione iniziale, l’adattamento ragionevole. Le direttive introdotte nel 2024 scatteranno dal 30 giugno e sono volte ad accelerare e semplificare l’accesso ai servizi sociali, assistenziali e sanitarie di chi ne ha bisogno. Eppure c’è la possibilità che tanti cittadini cadano in errore con il rischio di dover ripagare le somme ricevute.
Attenzione alle nuove direttive, si rischia di dover restituire i soldi
Grazie al nuovo Decreto si accorceranno i tempi di erogazione delle prestazioni sociali, socio-sanitarie e socio-assistenziali per i cittadini con malattie gravi e invalidanti. Questi dovranno presentare unicamente un certificato medico attestante la condizione di salute (un successivo Decreto specificherà quali saranno le patologie incluse) per ricevere subito la prestazione, prima dell’esito di valutazione della disabilità.
Ciò non toglie il fatto che in caso di somme percepite indebitamente il percettore dovrà restituire l’intero importo ricevuto senza diritto. Bisognerà prestare attenzione, dunque, all’inserimento della propria patologia invalidante tra quelle ammesse al beneficio e alla percentuale di invalidità assegnata dalla commissione. Ricordiamo, infatti, che tali elementi sono la chiave del riconoscimento delle prestazioni. E un errore potrebbe costare caro dovendo restituire tutte le somme ottenute indebitamente.
Le novità 2024 non finiscono qui. Cambierà anche il modo di intendere e definire la disabilità. Non sarà più utilizzato il termine “handicappato”, la disabilità includerà più valutazioni e il riconoscimento spetterà unicamente all’INPS per semplificare le pratiche. Inoltre la tutela offerta dovrà essere adeguata al grado di disabilità del richiedente includendo anche servizi per l’inclusione scolastica e l’accomodamento ragionevole ossia misure e adattamenti volti a garantire pari accesso alle persone con disabilità. La riforma, dunque, punta a concentrare l’attenzione principalmente sul singolo individuo.