Molti pensionati italiani rischiano di iniziare il 2024 con una spiacevole sorpresa per i loro portafogli. Andiamo a vedere perché.
Nei giorni scorsi si è molto parlato degli aumenti in arrivo sulle pensioni del prossimo gennaio. Ma non tutti avranno di che festeggiare. Anzi, per non pochi pensionati l’ultimo scorcio delle Festività natalizie e l’inizio del nuovo anno avrà il sapore amaro – per restare in tema con l’atmosfera di questi giorni – del carbone. Vediamo insieme tutti i numeri.
La parola chiave è “conguaglio fiscale”. Nel cedolino di gennaio il calcolo della differenza tra dare e avere determinerà in molti casi una più o meno importante sforbiciata, e rischierà addirittura di azzerare l’importo di certi assegni pensionistici, o comunque di limitare fortemente gli effetti della rivalutazione. L’Inps ha diffuso una serie di istruzioni ad hoc per i soggetti a rischio.
Insomma, nonostante i tanto strombazzati aumenti, la pensione di gennaio rischia di essere persino più bassa di quella del mese corrente. Complice il fatto che, oltre al conguaglio di gennaio (da non confondere con quello che segue alla presentazione della dichiarazione dei redditi), dopo la parentesi dicembrina torneranno a essere applicate le ritenute per le addizionali regionali e comunali.
Sul trattamento pensionistico verrà trattenuta anche la quota Irpef mensile, per la quale vanno considerate le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2024: l’aliquota dovuta sull’importo compreso tra 15mila e 28mila euro scende dal 25% al 23%.
Nel dettaglio, il conguaglio consiste in un ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2023, quali Irpef e addizionali regionali e comunali a saldo. Se le imposte dovute sono inferiori a quelle trattenute mensilmente dal cedolino, l’Inps procede a un rimborso; se invece sono superiori a quelle trattenute mensilmente dal cedolino, applica una trattenuta. E il recupero delle imposte avviene solitamente sui ratei di gennaio e febbraio.
Se le imposte dovute risultano pari o superiori al rateo in pagamento, scatta in automatico l’azzeramento della pensione. Ma c’è un’eccezione che conferma la regola: per i pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti fino a 18mila euro per i quali il ricalcolo Irpef comporta un conguaglio a debito d’importo superiore a 100 euro, le somme dovute vengono rateizzate in 11 mensilità, da gennaio a novembre 2024.
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