Una nuova allerta alimentare sta interessando l’Italia, ma non si tratta di qualche lotto di prodotti ritirati dagli scaffali.
L’emergenza sanitaria – potremmo definirla anche così – deriva dal fatto che il nostro Paese importa quantità impressionanti di cibo dall’estero, soprattutto da Paesi che non hanno regole di sicurezza così stringenti come quelle vigenti in UE.
Al supermercato troviamo molti prodotti (o prodotti che contengono ingredienti extra-ue) che mettiamo in tavola tutti i giorni, mettendo a rischio concretamente la nostra salute. Ecco perché e a cosa prestare attenzione.
Forse non tutti sanno che l’Italia è un Paese che, dal punto di vista alimentare, potrebbe essere autosufficiente quasi al 100%.
Il nostro territorio, ipoteticamente, può produrre quindi tutto ciò che serve, e non dimentichiamoci che l’eccellenza italiana è una realtà ben conosciuta e certificata da tempo. Invece le politiche europee hanno fatto in modo che, durante i decenni, circa il 56% dei generi alimentari che poi troviamo nei supermercati e negozi provenga dall’estero.
Attualmente, contro ogni buon senso, produciamo solamente:
Anche senza disquisire sulle ripercussioni economiche a danno dell’Italia inseguito a politiche scellerate – ce ne sarebbe da argomentare – possiamo concentrarci sull’aspetto della salute.
Perché gli alimenti che importiamo sono di qualità ampiamente più scarsa rispetto a quelli che produciamo, e che dovremmo produrre di più per soddisfare sia la domanda interna che l’export.
Secondo vari report che vengono divulgati periodicamente, e anche secondo un parere dell’EFSA, ciò che mettiamo in tavola può arrecare gravi danni alla salute, e i motivi sono presto detti:
Con l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (Ceta) nel 2020 le importazioni di grano canadese in Italia sono aumentate del 70% rispetto all’anno precedente per un totale di circa 1,7 miliardi di chili ma il problema – afferma la Coldiretti – riguarda anche fagioli, lenticchie e ceci provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare proprio con l’utilizzo del glifosato.
Come possiamo ben immaginare, le materie prime sopra elencate finiscono anche come ingredienti in alimenti finiti come biscotti, prodotti da forno e altre preparazioni industriali. Un’invasione di cibi malsani, dunque, che inonda le nostre tavole ogni giorno.
Analisi e studi effettuati dall’EFSA emerge infatti che nei prodotti finiti importati o con ingredienti importati i rischi di contaminazione da pesticidi e altre sostanze sono molto più alti: 6,4% contro lo 0,6% dei prodotti italiani. 10 volte di più, quindi, e quindi 10 volte di più abbiamo il rischio di assumere sostanze nocive.
L’unico modo per difendersi da questo pericolo dilagante è di diventare consumatori più attenti ed esigenti. Al supermercato, è sempre bene leggere le etichette per capire la provenienza del prodotto, o degli ingredienti che compongono quel determinato prodotto.
È quindi doveroso scegliere i prodotti nostrani, sia per questioni etiche che economiche ma soprattutto per tutelare la propria salute.
L'artista, il cui vero nome è Michael Holbrook Penniman Jr, ha condiviso le sue emozioni…
Scritto in collaborazione con Lorenzo Vizzini e Chris Zadley, il brano descrive una figura femminile…
La trasmissione guidata da Enrico Mentana ha raggiunto il picco di 525.000 telespettatori con il…
Lo show si articola in 8 puntate durante le quali vari "dilettanti allo sbaraglio" avranno…
Questo riconoscimento gli è stato attribuito per il suo impegno nello studio e nella promozione…
Questo evento segna una tappa importante del suo ‘Sting 3.0 World Tour’, che promette di…