I lavoratori potranno continuare a chiedere l’anticipo del TFS alle banche. È stato approvato il rinnovo dell’Accordo Quadro. Chi può beneficiarne?
Il TFS è una quota della retribuzione che non viene accreditata mensilmente ma viene accantonata periodicamente dal datore di lavoro per poter essere pagata in maniera differita al termine del rapporto lavorativo.
In particolare, viene riconosciuta ai dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato (anche part-time) e ammonta all’importo dello stipendio annuo diviso 13,5. In alcuni casi, è prevista la possibilità di richiedere l’anticipo del TFS.
Di recente, infatti, è stato annunciato che verrà rinnovato l’Accordo Quadro per l’anticipo del TFS ai dipendenti pubblici da parte delle banche. La decisione è stata presa in seguito a un incontro tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero del Lavoro, l’ABI e l’INPS, che hanno acconsentito in maniera unanime al rinnovo.
I lavoratori pubblici che terminano la propria attività lavorativa per andare in pensione potranno richiedere l’anticipo del TFS dalle banche fino a un massimo di 45 mila euro. Lo strumento è stato ideato per coloro che accedono al pensionamento in anticipo, ad esempio per chi usufruisce di Quota 103.
L’anticipo del TFS tramite le banche consiste in un vero e proprio finanziamento garantito tramite la cessione del credito. In altre parole, si tratta di un contratto tra il lavoratore e la banca, con il quale il primo cede una parte dei crediti futuri che avrebbe incassato dal TFS alla società che eroga il finanziamento e anticipa la somma. In cambio, accetta che una quota dei fondi che otterrà dal TFS sia destinata al rimborso del prestito e dei relativi interessi.
Dopo aver ricevuto il prospetto di liquidazione dall’Ente erogatore (cioè la Pubblica Amministrazione di cui era dipendente), il lavoratore può recarsi presso uno degli istituti di credito aderenti all’Accordo Quadro per il finanziamento dell’anticipo del TFS.
Per finalizzare l’operazione, la banca richiede la certificazione dell’anticipo del TFS emessa dall’Ente erogatore, l’autodichiarazione dello stato di famiglia e un documento di reddito. Dopo aver verificato la documentazione prodotta e accertato il possesso di tutti i requisiti richiesti, la banca procede con l’approvazione dell’anticipo del TFS.
La procedura appena illustrata è particolarmente sicura per le banche perché avranno la garanzia del recupero dei fondi prestati, in quanto il pagamento avviene direttamente dalla fonte che eroga il TFS, cioè la Pubblica Amministrazione. In questo modo, non solo l’istituto che anticipa le somme richieste è sempre certo del rimborso attraverso la cessione dei crediti futuri e l’applicazione degli interessi, ma anche il lavoratore può disporre di liquidità immediata.
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