La patrimoniale è alle porte: casa, eredità e Titoli di Stato nel mirino. I contribuenti in preda allo shock cercano risposte.
Per garantire un futuro solido alle pensioni italiane, si profila un’urgente necessità: la patrimoniale sulle proprietà. Questa mossa non è solo un’ipotesi, ma una realtà che potrebbe presto vedere la luce. Gli occhi sono puntati soprattutto sulle imposte di successione, con un taglio alla franchigia per i beni ereditati direttamente dai familiari. Il limite attuale di 1 milione di euro sembra destinato a cedere il passo a nuove regolamentazioni. Ma c’è di più.
Non possiamo ignorare il problema delle rendite sui titoli di stato, un settore che gode ancora di privilegi fiscali rispetto agli altri. È l’allarme lanciato dall’Ocse nel suo recente rapporto “Pensions at a Glance 2023 and G20 Indicators”: molti paesi, Italia inclusa, si trovano sull’orlo di una crisi nel sostenere il sistema pensionistico. Con un debito pubblico schiacciante e una diminuzione senza precedenti della natalità, l’Italia si trova ad affrontare sfide monumentali.
Il tasso di invecchiamento in Italia sorpassa la media dei paesi OCSE. Ma questo è solo l’inizio della storia. Guardando avanti, ci aspetta un drammatico aumento nel numero di anziani entro il 2050, mettendo a rischio l’equilibrio finanziario dell’INPS nel lungo periodo. Finora, abbiamo tamponato il deficit aumentando l’età pensionabile e stringendo le maglie delle pensioni anticipate. Ma il futuro ci pone davanti a sfide ben più complesse.
La longevità dei baby boomer, unita alla diminuzione dei giovani lavoratori e ai bassi salari, rende inevitabile una riflessione sul futuro del sistema pensionistico. Si prospettano due scenari: o si riducono le pensioni o si interviene con decisione sulla fiscalità generale. L’Ocse non lascia spazio a dubbi: sarà necessario mettere nuovamente mano alle tasche degli italiani. Gli immobili e i depositi rappresentano un bersaglio privilegiato.
Le imposte di successione e quelle sulle rendite finanziarie dei titoli di stato potrebbero subire un aumento significativo, dato che attualmente sono tra le più basse in Europa. Intanto, per i giovani lavoratori, la prospettiva della pensione si allontana sempre di più. Secondo le stime dell’Ocse, in Italia, l’aumento dell’aspettativa di vita porterà il traguardo pensionistico oltre i 70 anni. Con le regole attuali, i giovani inizieranno a percepire la pensione non prima dei 71 anni.
Il sistema contributivo richiede circa 20 anni di lavoro per garantire una pensione minima, un obiettivo irraggiungibile per molti, dati i crescenti problemi legati al lavoro precario e alla bassa retribuzione. È evidente che si dovrà necessariamente superare l’attuale soglia anagrafica dei 67 anni, la quale è destinata ad aumentare nel tempo in base all’aspettativa di vita.
La situazione diventa ancora più critica se consideriamo che la popolazione giovane in Italia sta rapidamente diminuendo. Senza un’inversione di tendenza demografica, il sistema pensionistico rischia il collasso, rendendo indispensabili interventi drastici, come per l’appunto l’introduzione della patrimoniale.
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