I percettori di Assegno di Inclusione non possono stare tranquilli. Il rischio di perdere il sussidio è alto. Ecco cosa fare subito.
Per poter ricevere l”Assegno di Inclusione occorre rispettare requisiti reddituali e patrimoniali e avere un ISEE entro i 9.360 euro. C’è un controllo da eseguire ora o sarà addio ai soldi.
L’erede del Reddito di Cittadinanza ha diversi aspetti in comune con il vecchio sussidio erogato fino al 31 dicembre 2023. L’Assegno di Inclusione si riceve solamente rientrando in determinati limiti di reddito e di patrimonio. Bisognerà anche avere un ISEE sotto una certa soglia e in caso di variazioni bisognerà immediatamente comunicarle all’INPS. Un’eventuale omissione di informazioni importanti e determinanti il diritto alla prestazione avrà conseguenze molto gravi.
Se durante il periodo di fruizione del sussidio i limiti dovessero essere superati occorrerà, dunque, farne comunicazione all’ente della previdenza sociale o si perderanno i soldi. Non solo, l’INPS potrà richiedere indietro le somme percepite indebitamente. Si consiglia ai percettori, dunque, di verificare subito la situazione patrimoniale del 2022 (quella di cui si tiene conto per il calcolo ISEE 2024) e degli anni successivi al fine di avere chiara la situazione e intervenire in tempo se necessario.
Assegno di Inclusione, via con la verifica dei requisiti patrimoniali
Per ottenere l’Assegno di Inclusione occorrerà restare entro i 6 mila euro di patrimonio mobiliare con maggiorazione di 2 mila euro per ogni componente successivo al primo entro la soglia dii 10 mila euro, di mille euro per ogni componente successivo al secondo e di 5 mila euro per ogni membro disabile grave (7.500 euro se non autosufficiente). In caso di superamento dei suddetti limiti durante la fruizione del sussidio la famiglia dovrà informare l’INPS della variazione.
Attenzione alla tempistica. Si hanno quindici giorni di tempo per comunicare tramite modello Adi-Com esteso il possesso di somme superiori ai limiti come conseguenza di una donazione, una successione o una vincita. Qualora i limiti venissero superati per altre ragioni allora si avrebbero altre scadenze da rispettare. Entro il 31 gennaio, nello specifico, occorrerà comunicare le variazioni all’INPS con riferimento all’anno precedente.
Di conseguenza i percettori di AdI devono subito verificare il saldo e la giacenza media del 2023 in modo tale da accertare che il patrimonio mobiliare non abbia superato i limiti previsti dalla normativa. Si è già in ritardo per un’eventuale comunicazione, meglio non perdere altro tempo. I rischi per la mancata segnalazione di variazioni sono la reclusione da 1 a tre anni e la restituzione delle somme percepite.