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Assegno INPS: cambiano gli importi dal mese di marzo e per alcuni non è una buona notizia

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Katia Russo

La notizia di cui vogliamo parlare riguarda, in particolare, l’Assegno di inclusione di marzo ed ha già preso avvio dall’inizio del mese.

A renderla pubblica ci ha pensato direttamente l’INPS, per la precisione, attraverso il messaggio n.835 del 26-02-2024, ed interessa l’Assegno di inclusione del mese di marzo. Scendendo ancora di più nel particolare, già dal 1° marzo del 2024 non è più presa in considerazione la situazione economica dell’anno precedente, e quindi del 2023, ma quella di quest’anno, ovvero l’ISEE del 2024.

Il mese di marzo inizia con una novità dell’INPS – Cityzen.it

Con ciò vogliamo indicare che le domande che sono state presentata a partire proprio da tale mese saranno valutate tenendo conto dei requisiti del nuovo anno. Quindi, ancora una volta, si vuole intendere che gli importi saranno sicuramente diversi se le situazioni economiche delle singole famiglie sono mutate nel corso degli ultimi mesi.

Maggiori informazioni sull’ultimo aggiornamento INPS

Per quanto riguarda le famiglie che hanno presentato la domanda dell’Assegno di Inclusione con i dati del vecchio ISEE, queste saranno soggette ad un ricalcolo dell’importo proprio in questo mese. Ovviamente, un simile cambiamento potrebbe comportare sia degli svantaggi che dei vantaggi, tenendo sempre conto della singola situazione economica delle famiglie. Tuttavia, uno svantaggio potrebbe essere rappresentato dalla fine dei pagamenti nel caso in cui il reddito dovesse superare dei limiti imposi.

In base alla presentazione o della variazione della DSU gli importi dell’Assegno di Inclusione possono variare in questo modo. Parliamo di un valore sotto i 480 euro all’anno e non superiore ai 6.000 euro, sempre all’anno, viene moltiplicato per la scala di equivalenza ISEE a cui si possono aggiungere massimo 3.360 euro all’anno per chi vive in affitto. Tale aiuto è rivolto alle famiglie che hanno un ISEE inferiore ai 9.360 euro all’anno e al cui interno si trova almeno un persona disabile. Stesso discorso vale nel caso della presenza di un minore, di un ultra 60enne.

L’altro caso di calcolo

Oppure, un’altra situazione potrebbe riguardare di come il valore possa salire a 7.560 euro, moltiplicandolo per la scala di equivalenza ISEE a cui si può aggiungere un massimo di 1.800 euro all’anno sempre per chi vive in affitto. Questo, però, a differenza della prima condizione, deve prevedere che il nucleo familiare sia composto da persone che abbiano un’età pari o maggiore di 67 anni. Oppure, un’altra condizione è che simili persone abbiano dei familiari in condizione di disabilità grave o, addirittura, di autosufficienza. In tal caso, il reddito familiare deve essere inferiore ai 7.560 euro all’anno.

Katia Russo

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