Assegno INPS più basso per le donne con figli che decidono di andare in pensione anticipata, la verità che nessuno dice

Assegno INPS, vantaggi e svantaggi per le lavoratrici con figli che accedono alla pensione anticipata con Opzione Donna

C’è sempre grande attenzione su tutti i vari temi che hanno a che fare con il lavoro e con la pensione, i quali destano l’interesse e la curiosità dei lavoratori e delle lavoratrici, proprio come nel caso di Opzione Donna.

Assegno INPS donne con figli
Assegno INPS, vantaggi e svantaggi Opzione Donna – cityzen.it

Tramite Opzione Donna, infatti, le lavoratrici hanno modo di lasciare il lavoro ben prima rispetto alla tempisitica prevista, quella della soglia della vecchiaia. Le donne che hanno figli, poi, hanno modo di uscir prima anticipando i tempi sino a 8 anni.

Quello in questione di certo rappresenta un prezioso vantaggio, per l’appunto la possibilità di scegliere di lasciare prima il lavoro, ma che non è esente però da penalizzazione. La possibilità infatti di uscire prima dal lavoro si legherà, in buona sostanza anche ad un assegno meno corposo. Ma come funziona più nel dettaglio e quali sono gli aspetti da sapere? Ecco a seguire gli aspetti da sapere.

Assegno INPS più basso per donne con figli: Opzione donna tra vantaggi e penalizzazione

Un tema dalla gran rilevanza, dunque, quello che si lega all’uscita anticipata dal lavoro e, nella fattispecie, ad Opzione Donna, che prevede importanti vantaggi dal punto di vista dell’uscita stessa e delle tempistiche, ma anche la penalizzazione a cui prestare attenzione.

Assegno INPS donne con figli
Assegno INPS donne con figli, cosa valutare rispetto ad Opzione Donna – cityzen.it

Opzione Donna infatti prevede che coloro che hanno figlio hanno modo di ottenere uno sconto dal punto di vista del requisito anagrafico sino a due anni. Chi ha un figlio, potrebbe accedere alla pensione un anno prima di quanto prevede la normativa, i sessantuno anni. Nel caso di due oppure un numero maggiore di figli, la richiesta per accedere alla pensione si può fare già a cinquantanove anni. Passando alle lavoratrici autonome, è necessario un ulteriore anno, a cominciare dai sessantadue anni.

La penalizzazione di coloro che hanno figli, al confronto di chi non ne ha, si lega al principio che prevede che più viene anticipato l’accesso al pensionamento secondo il requisito anagrafico, minore sarà l’importo dell’assegno. Da un punto di vista tecnico, ciò avviene con l’applicazione del relativo coefficiente di trasformazione al montante contributivo in base all’età quando si liquida la prestazione.

Con gli stessi contributi, colei che accederà alla pensione anticipata tramite Opzione Donna a cinquantanove anni, percepirà un assegno minore di chi invece ci andrà a sessantuno. Ragionando per ipotesi e facendo degli esempi, col montante contributivo pari a duecento mila euro e con trentacinque di contributi, l’importo della pensione sarà di 8.756 euro a cinquantotto anni. A sessantuno anni invece l’importo sale a 9.230 euro. 

Ecco che, dunque, chi considera Opzione Donna dovrà valutare quelli che sono di certo i vantaggi rappresentati da una uscita anticipata dal punto di vista dei tempi, ma anche la relativa penalizzazione economica che ne deriverebbe, in relazione alla più giovane età della lavoratrice al confronto degli altri.