Ci sono percettori dell’assegno di mantenimento che riceveranno somme più alte. Vediamo perché e a quanto ammonterà l’incremento.
La normativa prevede la rivalutazione dell’assegno di mantenimento al fine di preservarne il potere d’acquisto con adeguamento al costo medio della vita stabilito dall’ISTAT (Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo per le famiglie di operai e impiegati).
Una volta all’anno è prevista la rivalutazione dell’assegno di mantenimento secondo gli indici ISTAT a meno che non ci siano altri parametri indicati dal Giudice o dalle parti. Lo stabilisce la Legge sul divorzi del 1970 (numero 898, articolo 5 comma 7) e si applica anche in caso di separazione indipendentemente dagli accordi presi dai coniugi.
L’adeguamento, dunque, è obbligatorio e può comportare un aumento dell’importo dell’assegno di mantenimento qualora l’inflazione salga. In caso contrario – se il costo della vita diminuisce – allora le somme erogate rimarranno le stesse. Considerando che nel 2023 l’inflazione è aumentata notevolmente è lecito pensare che l’adeguamento abbia portato ad un incremento importante dell’assegno. Per scoprirlo bisogna capire come si calcola la rivalutazione.
La rivalutazione annuale si base sull’indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati al netto dei consumi dei tabacchi. Tale indice viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale periodicamente. L’ultima rilevazione risale al mese di marzo ed è stata pubblicata il 16 aprile 2024. L’indice FOI presenta una variazione annua di +1,2% (8,6% in due anni) e una variazione mensile di +0,1%.
A marzo 2024 l’indice generale FOI è stato del 119,4 con variazione di 0,1% rispetto al mese precedente, dell’1,2% rispetto allo stesso mese del 2023 e dell’8,6% rispetto allo stesso mese di due anni precedenti. Il calcolo della rivalutazione prende come riferimento l’indice pubblicato dall’ISTAT nel mese del primo pagamento ma dell’anno prima rispetto a quello dell’assegno di mantenimento. Procediamo con un esempio semplificativo.
Il Giudice ha assegnato un assegno di mantenimento di 950 euro dal 1° aprile 2024. La rivalutazione di riferimento sarà quella con indice noto al 1° marzo 2023. La quota dell’anno corrente servirà per l’applicazione dell’indice FOI l’anno successivo con riferimento alla successiva rivalutazione (indice 2024 per rivalutazione 2025) e così via.
Se l’ex coniuge percettore dell’assegno di mantenimento dovesse accorgersi di un’omessa rivalutazione dell’importo allora potrebbe chiedere gli arretrati nonché gli interessi maturati sulle somme non corrisposte entro i termini di prescrizione (cinque anni precedenti). L’atto di precetto costringerà l’ex coniuge a pagare arretrati e interessi. Se non dovesse agire in questo modo allora si potrebbe mettere in atto una procedura espropriativa rivolgendosi ad un Giudice mediante un avvocato.
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