Nella serata di domenica 5 novembre, in diverse regioni del Nord d’Italia è stato possibile ammirare un evento particolarmente raro nel Belpaese: l’aurora boreale. Il cielo si è tinto di rosso e ha regalato uno spettacolo davvero suggestivo. Perché è successo?
“Sembrava di essere in Lapponia, eppure questo è il Nord d’Italia”.
È ciò che hanno pensato e detto quelle fortunate persone che la sera di domenica 5 novembre 2023 hanno visto tingersi il cielo di un insolito colore rosso, diventando spettatori di uno spettacolo che non va in scena di certo tutti i giorni a queste latitudini: l’aurora boreale.
In regioni come la Lombardia, il Veneto, il Piemonte e l’Emilia-Romagna per qualche istante è stato possibile assistere a occhio nudo a un fenomeno che viene solitamente associato ai Paesi scandinavi e che, invece, per una volta, ha baciato anche i cieli italiani.
Ma perché è successo e, in futuro, sarà ancora possibile vedere l’aurora boreale in Italia?
Il fatto è accaduto poco dopo le ore 18:00 di domenica 5 novembre 2023, quando parecchie persone nel Nord e nel Centro dell’Italia hanno iniziato a segnalare l’avvistamento dell’aurora boreale.
Sui social in pochi minuti sono comparse moltissime immagini dello strano evento, accompagnate dai commenti estasiati di chi è stato protagonista oculare di quanto accaduto.
Per diversi minuti l’aurora boreale è stata visibile in Lombardia, Piemonte, Veneto, ma anche in Emilia-Romagna e Marche.
Purtroppo, nel Sud, a latitudini più basse, non è stato possibile catturare tale fenomeno a occhio nudo come accaduto nella zona più settentrionale dello Stivale, ma alcune macchine fotografiche sono riuscite comunque a immortalare in uno scatto l’aurora boreale anche nel Meridione, soprattutto in Puglia.
Anche qui le fotografie hanno riportato l’immagine di un cielo di un particolare colore rosso, davvero insolito per le serate autunnali italiane.
Va detto, però, che questa non è la prima volta che si assiste al fenomeno dell’aurora boreale in Italia quest’anno.
Nel Nord del Paese, in regioni come la Lombardia e il Trentino-Alto Adige, questo stesso fenomeno era già stato avvistato tra il 25 e il 26 settembre 2023. Poco meno di due mesi fa.
Stando a quanto riportato dagli esperti in materia, l’aurora boreale che si è vista nei giorni scorsi in Italia è stato il frutto di quanto accaduto qualche ora prima nella parte esterna dell’atmosfera del Sole, dove si è verificata un’espulsione di massa coronale, ovvero un flusso di particelle cariche.
Si tratta di espulsioni abbastanza frequenti a livello della nostra stella e che, quando colpiscono la Terra, possono finire col disturbare il campo magnetico terrestre, dando vita a delle tempeste geomagnetiche o a delle tempeste solari.
A produrre l’aurora boreale che si è vista in Italia (e anche in altre zone d’Europa, ndr) è stata proprio la tempesta associata all’espulsione appena descritta.
Qualcosa però non torna.
Secondo i parametri stabiliti da chi analizza tali fenomeni, il disturbo geomagnetico si misura con un indice chiamato Kp, il quale varia da 0 a 9, e necessita di attestarsi tra gli 8 e i 9 Kp per rendere visibile l’aurora boreale.
In Italia domenica sera è stato, invece, possibile assistere a tale fenomeno nonostante un Kp di valore 7.
Non solo. Anziché del tipico colore verde, l’aurora vista nel Belpaese è stata di un insolito colore rosso.
Come è possibile tutto ciò?
Secondo quanto riportato dagli esperti, alle nostre latitudini è praticamente impossibile osservare delle aurore boreali verdi, sebbene questo sia il loro colore tipico.
Esse si formano quando le particelle cariche emessa dal Sole finiscono con l’interagire con le molecole di ossigeno presenti a livello della nostra atmosfera, a una quota compresa tra i 100 e i 300 km.
In presenza di una tempesta geomagnetica abbastanza intensa può, però, accadere che avvenga anche un’interazione con singoli atomi di ossigeno atomico presenti a una quota superiore ai 400 km e tale interazione produce proprio un aurore di colore rosso.
Avvenendo a un’altitudine maggiore, tale fenomeno risulta inoltre visibile a una distanza maggiore.
Ecco spiegato perché in Italia si è vista l’aurora boreale e si è vista di colore rosso.
Il fenomeno dell’aurora boreale si lega direttamente a quello dell’aurora polare, il quale avviene tipicamente nell’emisfero settentrionale della Terra e che viene spesso indicata attraverso l’utilizzo del nome latino “aurora borealis”.
Le aurore boreali differiscono, quindi, da quelle che si verificano nell’emisfero sud e che prendono il nome di aurore australi.
Per comprendere che cosa sia l’aurora boreale può essere utile riprendere la definizione data dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, secondo cui tale fenomeno è caratterizzato da “brillanti fasci di luce che si intrecciano attraverso le regioni polari settentrionali e meridionali della Terra”.
Per essere più precisi, si parla di fenomeni ottici che si verificano nella ionosfera rarefatta, tra i 100 e i 500 chilometri di altezza, e che vengono innescati dal contatto dei gas atmosferici con il vento solare prodotto direttamente dal Sole.
Ciò che ne deriva sono degli archi aurorali, caratterizzati da colori brillanti e di varie tonalità.
Le più comuni sono il verde e l’azzurro, pigmenti che contraddistinguono solitamente le aurore boreali, sebbene possa capitare di vederne anche di rosa o rosse (come accaduto in Italia, ndr).
Le aurore boreali, nel concreto, si generano come fenomeno ottico per via dell’interazione che avviene tra le particelle cariche del vento solare e gli atomi dei gas presenti nella già citata ionosfera, con particolare rilevanza per azoto e ossigeno.
Questa reazione è ciò che provoca i caratteristici flash di luce colorata, la cui somma può portare alla creazione anche di aurore boreali lunghe centinaia di chilometri e di varia intensità.
A determinare colori e vividezza dell’evento sono l’altitudine, la densità atmosferica e la composizione del gas presente nella zona interessata dal fenomeno, così come anche il livello energetico delle particelle coinvolte.
Ecco spiegato come nascono le aurore boreali.
L’ultima domanda a cui bisogna dare ancora una risposta è: ne vedremo ancora in Italia?
Molto probabilmente sì, sebbene resterà un fenomeno raro alle nostre latitudini.
Il miglior modo per non perdersi la prossima aurora boreale è, quindi, quello di tenere sotto controllo i monitoraggi effettuati dagli istituti metereologici, prestando sempre attenzione ai valori Kp registrati o pronosticati.
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