L’indennità di accompagnamento può essere sospesa se si verifica un particolare evento. Qual è e come si può evitare il blocco?
L’indennità di accompagnamento è una prestazione riconosciuta ai soggetti che hanno particolari requisiti.
Nel dettaglio, possono ottenerla gli inabili al 100%, i soggetti che non sono in grado di deambulare in autonomia, coloro che sono incapaci di svolgere da soli le normali attività quotidiane e necessitano di assistenza continuativa.
Non sono, invece, richieste particolari condizioni reddituali e, per il 2024, l’ammontare del beneficio è pari a 531,76 euro.
La domanda di indennità di accompagnamento può essere inviata telematicamente oppure tramite l’intermediazione di un Patronato o di un’associazione di categoria.
Prima dell’inoltro della richiesta, tuttavia, deve essere richiesto il rilascio del cd. certificato medico introduttivo, da parte del medico curante del richiedente. Quest’ultimo, poi, dovrà trasmettere il certificato all’INPS.
La domanda per l’indennità di accompagnamento va inviata entro 90 giorni dall’inoltro del certificato introduttivo. Scaduto tale periodo, bisognerà richiedere un nuovo certificato redatto dal medico curante e ricominciare la procedura per l’ottenimento della prestazione.
Il documento con il quale si richiede la prestazione deve contenere una serie di informazioni. Oltre ai dati anagrafici, bisogna indicare i dati socioeconomici del richiedente, le date degli eventuali ricoveri, le informazioni relative a eventuali attività lavorative svolte, le modalità di pagamento e l’eventuale delega alla riscossione.
Esiste una particolare ipotesi in cui il beneficiario dell’indennità di accompagnamento rischia la sospensione della prestazione. Vediamo di cosa si tratta e cosa bisogna fare per evitarlo.
Sospensione indennità di accompagnamento: quando viene disposta?
L’indennità di accompagnamento può essere bloccata soltanto nel caso di ricovero del titolare presso una struttura sanitaria con spese a carico dello Stato, per più di 29 giorni.
Il Messaggio n. 3347 del 26 settembre 2023 dell’INPS, tuttavia, ha chiarito che l’indennità spetta anche durante i giorni di ricovero, se l’assistenza prestata non è esaustiva. Non viene, inoltre, sospesa se il disabile ha bisogno dell’assistenza continua di una familiare o di un infermiere privato oppure dei genitori, se si tratta di un minore.
Per non incorrere nella sospensione dell’indennità di accompagnamento, l’interessato deve inviare una comunicazione telematica all’INPS, alla fine del ricovero. Basta accedere al portale dell’Istituto di Previdenza (all’indirizzo www.inps.it) con una delle credenziali digitali (SPID, CIE o CNS) e cliccare su “Sostegni, Sussidi e Indennità” – “Per disabili/invalidi/inabili” – “Dichiarazioni di responsabilità e ricoveri indennizzati“.
All’interno della dichiarazione devono essere specificate le date di inizio e di fine del ricovero e deve essere allegato il certificato della struttura sanitaria comprovante la circostanza che l’assistenza durante la permanenza del paziente non è stata esaustiva.