I cavilli dei Bonus edilizi sono quelli che possono far perdere le agevolazioni. Approfondiamo una questione relativa ai familiari conviventi (o quasi).
Per ottenere la detrazione del 50% prevista dal Bonus ristrutturazione occorre soddisfare specifici requisiti. Bisogna sapere, ad esempio, chi deve pagare i lavori per poter accedere all’agevolazione.
Il Bonus ristrutturazione è un’agevolazione edilizia che consente di recuperare tramite detrazione del 50% parte delle spese sostenute per effettuare interventi di recupero o riqualificazione dell’immobile. Il tetto di spesa massimo è di 96 mila euro nel 2024 per ogni singola unità immobiliare. Sono ammessi alla detrazione i lavori di manutenzione ordinaria su parti comuni di edifici residenziali e interventi di manutenzione straordinaria su singole unità immobiliari residenziali. Di quali lavori si parla?
Dell’installazione di un ascensore, del rifacimento delle scale, degli interventi volti al risparmio energetico. La detrazione può essere richiesta da chi paga le spese per i lavori a condizione che sia un proprietario dell’immobile oggetto di ristrutturazione, un nudo proprietario, un titolare di diritto reale di godimento, un locatario, un comodatario, un futuro acquirente o un parente convivente entro il terzo grado.
La questione della convivenza: quando si può accedere al Bonus ristrutturazione
Poniamo il caso di una casa da ristrutturare intestata ad una suocera che durante il periodo dei lavori andrà ad abitare dal genero. Questo tipo di convivenza permette di richiedere il Bonus con detrazione del 50%? Secondo la normativa il diritto del genero convivente a fruire dell’agevolazione al posto della suocera è possibile. La Legge, infatti, afferma che possono approfittare del beneficio i parenti e affini entro il terzo grado. Tra suocera e genero c’è un’affinità di primo grado.
La convivenza, però, dovrà sussistere al momento dell’inizio dei lavori. C’è di più. L’ipotesi di richiesta di detrazioni da parte del genero la cui suocera va ad abitare con lui e la figlia durante i lavori è azzardata. La suocera, infatti, dovrebbe spostare la residenza per risultare convivente con la conseguenza che dovrebbe pagare l’IMU come seconda casa nell’immobile in cui risiede abitualmente. Per evitare la problematica dovrebbero essere genero e suocera – nel caso in cui fossero in affitto – a spostare la residenza nella casa oggetto di ristrutturazione per poter approfittare della detrazione.
Tutto questo è legale? Diciamo che l’operazione è parecchio forzata e che in caso di controlli si potrebbero passare guai. Bisogna riflettere attentamente, dunque, sui reali vantaggi di richiedere il Bonus ristrutturazione per ottenere la detrazione del 50% in questo contesto alquanto complicato.