Come può funzionare, requisiti e potenziali destinatari del bonus matrimonio: i dettagli sulla proposta di legge alla Camera
Desta attenzione il bonus matrimonio, oggetto di una proposta di legge in valutazione alla Camera. Nel 2022 tale idea è stata proposta dalla Lega al fine di incentivare le unioni religione nel Paese, e ora sta tornando alla ribalta.
Sembra, infatti, che un nuovo emendamento sia in discussione alla Camera dei Deputati, con la misura che potrebbe dunque fare il proprio arrivo. È la Lega ad aver presentato l’idea della misura in questione, in modo tale da favorire le nozze religiose; l’agevolazione è destinata a coloro che decidono di sposarsi col rito religioso in chiesa. Vi sono però aspetti e requisiti da sapere, in merito alla proposta di legge del Bonus Matrimonio.
Si tratterebbe, più nel dettaglio, di una agevolazione sino a ventimila euro per le coppie che decidono di sposarsi in chiesa. L’agevolazione dunque non riguarda un bonus tradizionale, bensì una detrazione sull’imposta lorda IRPEF pari al venti per cento, a copertura sino al suddetto importo menzionato.
Desta dunque attenzione il Bonus Matrimonio, legato alla proposta di legge alla Camera, il cui obiettivo sarebbe portare in detrazione sull’imposta lorda IRPEF del venti per cento talune delle spese affrontate per il matrimonio. Potrebbe essere il caso degli addobbi floreali, gli abiti per i coniugi, il servizio di ristorazione.
La misura riguarderebbe e vedrebbe quindi come potenziali beneficiari le coppie under 35 che sono in procinto di sposarsi col rito religioso. E dunque in Chiesa o presso uno specifico luogo di culto.
Per quel che riguarda gli altri requisiti, questi potrebbero essere quelli della cittadinanza italiana quantomeno da dieci anni, e un ISEE (inerente il reddito dichiarando l’anno precedente) non maggiore di ventitré mila euro a coppia, quindi non oltre 11.500 a persona.
Col soddisfacimento dei requisiti la coppia potrebbe beneficiare di una detrazione sull’IRPEF dovuta, riconosciuta in fase di dichiarazione dei redditi. La detrazione proposta del venti per cento si calcolerebbe sulla cifra massima di ventimila euro da dividere tra chi ne avrebbe diritto in cinque quote all’anno di pari importo.
Per quanto riguarda talune delle spese che potrebbero esser oggetto di detrazione, potrebbe trattarsi della passatoia e liberti, addobbo floreale e abiti per sposi, servizio di ristorazione, acconciatura e fotografico. Il pagamento di ogni spesa per il matrimonio dovrebbero ad ogni modo avvenire mediante metodi tracciabili; non sarebbero permessi contanti, assegni bancari oppure altri mezzi di pagamento.
Occorre infine sottolineare nuovamente che, al momento, il tutto si lega ad una proposta di legge in fase di valutazione.
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