Prima di sottoscrivere un Buono Fruttifero Postale occorre conoscere il prodotto andando più in profondità rispetto le caratteristiche note.
Poste Italiane sta facendo molta pubblicità ai Buoni Fruttiferi presentando il prodotto attraverso i vantaggi principali. Ci sono, però, tanti altri dettagli da conoscere prima di acquistare un Buono.
Cosa sappiamo dei Buoni Fruttiferi di Poste Italiane? Sono uno strumento di risparmio ideale per milioni di piccoli investitori che non amano in rischio. I Buoni sono garantiti dallo Stato Italiano ed emessi da Cassa Depositi e Risparmio e alla scadenza permetteranno di recuperare il capitale più gli interessi maturati nel tempo. Il guadagno si potrà conoscere fin da subito simulando l’acquisto sul portale poste.it.
I Buoni godono della tassazione agevolata al 12,50%, non prevedono costi di sottoscrizione né di gestione e si differenziano per rendimento e durata. Al momento il Buono dedicato ai minori presenta il rendimento più alto, del 6%. Tra i vantaggi citiamo la flessibilità di rimborso. Il capitale può essere recuperato in qualsiasi momento anche in contati nei limite della disponibilità di cassa oppure tramite vaglia circolare, bonifico o accredito sul conto corrente BancoPosta.
Informazioni che in pochi conoscono sui Buoni Fruttiferi
Il piccolo risparmiatore può scegliere tra Buono cartaceo o dematerializzato. Qual è la differenza? Per i primi il sottoscrittore riceverà un titolo cartaceo da presentare al momento del rimborso mentre la forma dematerializzata prevede una scrittura contabile su conto di regolamento con rimborso automatico su tale conto alla scadenza o dopo domanda di anticipo. Il sottoscrittore deve sapere che è ammessa la cointestazione dei Buoni nel massimo di quattro soggetti con la possibilità di optare per il rimborso disgiunto (si leggerà sul Buono la clausola “cpfr”, con pari facoltà di rimborso.
È importante ricordare, poi, che i Buoni Fruttiferi Postali si prescrivono passati dieci anni dalla data di scadenza del Buono. Dopo la prescrizione non potranno essere riscossi. Dalla data di scadenza in poi il Buono diventa infruttifero, quindi vale la pena ritirare subito capitale e interessi. Cosa fare se, invece, si dovesse perdere il Buono Fruttifero intestato? Bisognerebbe chiederne un duplicato seguendo una procedura di ammortamento che si avvia presso un Ufficio Postale sottoscrivendo la denuncia di smarrimento.
Tutti i Buoni, poi, vanno in successione compresi quelli dematerializzati. Non vige nemmeno l’imposta di successione. Sciogliamo, infine, un ultimo dubbio. I Buoni Fruttiferi non si inseriscono nella dichiarazione dei redditi ma al momento concorrono al calcolo dell’ISEE. Si attende, infatti, il decreto attuativo che toglierà gli strumenti di risparmio dal conteggio.