Tra entusiasmi e scetticismi, la questione sulla carne prodotta in laboratorio ci toccherà sempre più da vicino
La carne coltivata, o carne sintetica, è una forma di produzione di carne che coinvolge la crescita di cellule animali al di fuori dell’animale stesso. Questo processo mira a ridurre la dipendenza dall’allevamento di animali tradizionale per la produzione di carne e offre una serie di potenziali vantaggi, ma solleva anche diverse questioni etiche, ambientali ed economiche. Negli Stati Uniti, è diventata una delle tematiche più dibattute, soprattutto dopo il via libera della Food and Drug Administration americana alla commercializzazione del pollo sintetico.
La produzione di carne coltivata inizia con il prelievo di cellule animali, spesso attraverso biopsie da animali vivi o appena macellati. Queste cellule vengono quindi coltivate in un ambiente controllato, stimolandone la crescita attraverso mezzi di coltura. Questo processo può coinvolgere diversi tipi di cellule, come le cellule staminali o le cellule satellite, che rigenerano e riparano i muscoli. Il processo coinvolge un fermentatore in cui le cellule, alimentate con ossigeno, mangime e calore, crescono in modo simile a come farebbero nel corpo di un animale. Una volta mature, le cellule vengono raccolte e processate per ottenere una carne simile al macinato con fibre lunghe.
L’obiettivo è ottenere un prodotto che abbia le stesse caratteristiche della carne tradizionale, sia per aspetto, odore, sapore e consistenza. Alcune aziende stanno anche lavorando su cellule “rese immortali”, capaci di moltiplicarsi all’infinito senza la necessità di nuove biopsie.
Esiste anche un’altra variante alla carne allevata in modo tradizionale: la carne vegetale, che utilizza principalmente legumi e le proteine in essi presenti come sostituti della carne. La carne vegetale cerca di riprodurre consistenza e sapori del prodotto animale combinando legumi con aromi e altri ingredienti.
Riduzione dell’impatto ambientale: La produzione zootecnica tradizionale è associata a significativi impatti ambientali, tra cui deforestazione, inquinamento e emissioni di gas serra. La carne coltivata potrebbe contribuire a ridurre questi impatti.
Vantaggi etici: Un beneficio fondamentale della carne sintetica riguarda la questione etica legata alla vita degli animali. Con la produzione in vitro, si elimina la necessità di allevamenti intensivi e della macellazione di massa degli animali. Questo approccio cruelty-free riduce notevolmente la sofferenza degli animali e può essere visto come un passo significativo verso una produzione alimentare più etica e rispettosa nei confronti degli esseri viventi.
Maggiore controllo sulla composizione: La tecnologia consente un controllo più preciso sulla composizione della carne, consentendo la produzione di prodotti con caratteristiche specifiche, come una composizione di grassi più sana o la riduzione dell’uso di antibiotici.
Minore utilizzo di risorse: La carne sintetica richiede notevolmente meno acqua e terra rispetto alla produzione di carne tradizionale. Si stima che richieda il 99% in meno di acqua e terra.
Miglioramenti sulla salute e sull’ambiente: La produzione controllata della carne riduce l’uso di antibiotici e farmaci, contribuendo a migliorare la salute umana e a mitigare l’impatto ambientale dell’alimentazione.
Possibilità di coltivare carne in ambienti diversi: La carne coltivata può teoricamente essere prodotta in molti luoghi diversi, riducendo la dipendenza da regioni specifiche per la produzione di carne.
Varietà di consumi: La carne coltivata potrebbe consentire il consumo di carne proveniente da animali che non sono comunemente allevati per ragioni pratiche.
Costi elevati: Attualmente, la carne coltivata è più costosa da produrre rispetto alla carne tradizionale, anche se i costi stanno diminuendo con l’avanzare della tecnologia.
Sfide tecniche e produzione su larga scala: La produzione su larga scala di carne coltivata presenta sfide tecniche e richiede soluzioni innovative per soddisfare la domanda dei consumatori.
Possibili rischi per la salute: Alcuni esperti sollevano preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi per la salute, come la creazione di meccanismi che possono bloccare geni come il P53, che svolge un ruolo nella prevenzione del cancro.
Accettazione pubblica: Alcune persone potrebbero essere scettiche riguardo alla carne coltivata, sia per motivi etici che per la percezione di un prodotto “artificiale”.
Impatto sulla biodiversità: Un aspetto meno discusso è l’effetto potenziale della carne sintetica sulla biodiversità. Gli allevamenti tradizionali spesso giocano un ruolo nella conservazione di razze autoctone e contribuiscono alla gestione delle risorse naturali. L’eliminazione progressiva di tali pratiche potrebbe avere impatti sulla diversità genetica e sulla conservazione di specie animali.
Impatto ambientale della produzione: Alcuni esperti suggeriscono che l’impronta di carbonio della carne coltivata potrebbe essere ancora elevata a causa dell’energia richiesta nel processo di produzione.
Supermeat in Israele: Utilizza cellule di pollo non OGM coltivate in fermentatori. Le cellule si moltiplicano in un ambiente controllato e vengono alimentate con acqua, carboidrati, proteine, aminoacidi, vitamine e zuccheri.
Primeval Foods nel Regno Unito: Lavora su bistecche di leone, hamburger di tigre, sushi di zebra e prosciutto di giraffa, cercando di aprire nuove frontiere senza uccidere gli animali.
Bruno Cell in Italia: Una startup nata in Trentino, che esplora le potenzialità delle biotecnologie per la salute umana. La carne sintetica viene prodotta utilizzando biotecnologie avanzate.
Eat Just a Singapore: Un ristorante che serve carne sintetica prodotta dall’americana Eat Just.
Il consumo globale di carne tradizionale è aumentato del 58% negli ultimi 20 anni. Si stima che ogni anno vengano macellati 50 miliardi di polli, un miliardo e mezzo di maiali, mezzo miliardo di pecore e 300 milioni di mucche. La produzione di carne dovrebbe aumentare del 73% entro il 2050 per soddisfare una popolazione di oltre nove miliardi di abitanti.
Il mercato della carne sintetica è in crescita. Nel 2013, il primo hamburger prodotto in laboratorio costava 300.000 dollari, ma i prezzi sono notevolmente diminuiti. Si prevede che entro il 2030, la carne sintetica costerà tanto quanto quella animale, e il giro d’affari della bistecca sintetica potrebbe arrivare a valere fino a 450 miliardi di dollari nel 2040, rappresentando circa il 20% del mercato globale della carne.
Il divieto proposto in Italia solleva ulteriori domande sulla regolamentazione e accettazione della carne sintetica a livello globale. È importante considerare attentamente sia i vantaggi che gli svantaggi prima di prendere decisioni normative che potrebbero influenzare il futuro dell’alimentazione.
La questione della regolamentazione a livello internazionale è cruciale. Poiché la carne sintetica rappresenta una novità nell’industria alimentare, è importante sviluppare normative chiare per garantire la sicurezza, la qualità e la trasparenza del processo produttivo. La decisione italiana di vietare la produzione potrebbe influenzare la discussione globale sulla regolamentazione di questa tecnologia emergente.
In sintesi, la carne sintetica presenta una serie di opportunità e sfide, e la sua adozione su larga scala richiederà una valutazione equilibrata di fattori ambientali, economici, etici e di sicurezza alimentare. La ricerca e il dibattito continuo sono essenziali per comprendere appieno le implicazioni di questa tecnologia innovativa.
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