Carte prepagate sotto controllo: quando il Fisco non perdona i contribuenti

Le carte prepagate con o senza IBAN possono finire nel mirino del Fisco qualora il contribuente non dovesse seguire specifiche direttive.

L’utilità delle carte prepagate è indubbia ma attenzione ai pericoli che nascondono. Non parliamo della possibilità di cadere in truffe online ma negli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.

I controlli del Fisco sulle carte prepagate
I controlli del Fisco sulle carte prepagate (Cityzen.it)

La carta prepagata è uno strumenti dai molteplici vantaggi. Permette di fare acquisti senza usare contanti e di prelevare soldi nonché compiere altre operazioni presso uno sportello ATM. Non occorre aprire un conto corrente per richiedere la prepagata che può essere ricaricabile o non ricaricabile. Da pochi anni, poi, alcune carte sono complete di IBAN consentendo di inviare e ricevere bonifici e addebiti diretti SEPA.

Per quanto riguarda i costi da affrontare sono quello di emissione della carta prepagata, il canone annuo (può essere zero approfittando di promozioni), le commissioni di ricarica e le commissioni per il prelievo presso uno sportello ATM. Il vantaggio della carta con IBAN è l’assenza di imposta di bollo per depositi superiori a 5 mila euro e un canone inferiore rispetto ad un conto tradizionale. Il fatto che questo strumento rende possibile movimenti di denaro comporta un controllo da parte del Fisco.

Quando scattano le verifiche del Fisco sulla carta prepagata

Il contribuente ha l’obbligo di dichiarare all’Agenzia delle Entrate il reddito che affluisce sulla carta prepagata proprio come avviene per i soldi che entrano sul conto corrente. Si possono avere anche cinque prepagate diverse, l’importante è segnalare i soldi caricati. Se il reddito è tassato già alla fonte, però, non va dichiarato nuovamente (come avviene per lo stipendio).

I controlli sulla prepagata, quando scattano
I controlli sulla prepagata, quando scattano (Cityzen.it)

In caso di giraconti tra un conto corrente del contribuente e una sua carta prepagata si può stare tranquilli. Non generano, infatti, presunzione di reddito essendo operazioni tracciabili contrariamente a quanto accade depositando contanti allo sportello. Di conseguenza il Fisco non farà scattare controlli come accade invece nel momento in cui non può accertare la provenienza del denaro e presume un reddito imponibile per il quale il correntista non ha pagato le tasse.

I giroconti, dunque, offrono un vantaggio al contribuente non destando l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate sempre che conto e carta prepagata siano intestati ad uno stesso soggetto. Stesso discorso per i versamenti delle risorse su un conto ad una carta di credito. La tracciabilità dell’operazione, dunque, permette di evitare i controlli del Fisco. Le verificano scattano solo in due casi. Se si versano contanti sulla prepagata tramite sportello e se si riceve un bonifico.