Dopo il pandoro, le uova di Pasqua: l’imprenditrice digitale di nuovo al centro della bufera. Quanto delle campagne solidali è andato in attività benefiche?
Dopo il pandoro, le uova di Pasqua. Chiara Ferragni è di nuovo al centro della bufera per le sue controverse attività di beneficenza. Il sospetto è che, anche in questo caso, la nota influencer sia incappata in una pratica commerciale scorretta. A questo punto vale la pena fare i conti in tasca all’imprenditrice digitale più famosa del Pianeta e provare a capire quanto di ciò che guadagna finisce effettivamente in cause benefiche.
Cominciamo dai bilanci delle due società – Fenice e Tbs Crew – che fanno capo all’influencer. Entrambe godono di ottima salute. La prima ha chiuso il 2022 con un fatturato di 61 milioni di euro, in crescita del 134% rispetto al 2021, e ricavi per quasi 14,3 milioni (+115%). Alla srl è riconducibile il brand Chiara Ferragni e dunque tutto l’impero legato alle licenze del marchio, dall’abbigliamento ai gioielli.
La seconda, Tbs Crew, lo scorso anno ha raddoppiato i ricavi, passati da poco più di 7 milioni di euro a 14,6 milioni. La società, della quale Ferragni è amministratrice delegata dal 2017, si occupa delle altre attività dell’imprenditrice: dalla gestione del blog e sito di e-commerce The Blonde Salad alla consulenza in digital marketing passando per le attività di scouting.
E il futuro appare promettente. Lo scorso giugno, Fabio Maria Damato, general manager di Chiara Ferragni Collection e Tbs Crew, al Sole 24 Ore ha previsto un trend in crescita anche per il 2023: “Il giro d’affari di Fenice dovrebbe arrivare a 71 milioni, quello di Tbs Crew a 18,9 milioni. Siamo molto soddisfatti della redditività di entrambe le società, che ci consente di pianificare investimenti a breve e medio termine anche per la distribuzione diretta del marchio”.
Discorso a parte merita il business legato a Instagram e ai quasi 30 milioni di follower. Secondo il sito di analisi e monitoraggio dei social media Hopperhq, Chiara Ferragni è la seconda italiana, dopo Khaby Lame, più pagata su Instagram, al 92esimo posto con un compenso che può superare i 102 mila dollari a post, più o meno 90mila euro. È come se, volendo fare un esercizio scolastico, l’influencer guadagnasse 1.500 euro al minuto per fare un post.
Secondo le stime di Forbes, il patrimonio della 36enne si aggira attorno ai 40 milioni di dollari. Solo nel 2016 la rivista l’aveva inserita nella lista dei trenta under 30 più influenti al mondo con un patrimonio netto di circa 8 milioni di dollari.
Secondo l’indagine dell’Antitrust, che ha multato Ferragni e la Balocco per pratica commerciale scorretta, sembra ben poco di quanto ha guadagnato l’imprenditrice sia finito in beneficenza. Secondo l’Agcom, le società che fanno capo a Chiara Ferragni e la Balocco avrebbero pubblicizzato il pandoro a edizione limitata lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione al Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario.
Fenice e Tbs Crew hanno incassato oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi dell’imprenditrice e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare nulla all’ospedale torinese. In realtà Balocco aveva già fatto una donazione di 50mila euro nel maggio 2022, prima dell’inizio della campagna promozionale, senza devolvere il ricavato della vendita del pandoro.
Emblematico lo scambio di email interne all’azienda dolciaria. “Mi verrebbe da rispondere: le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante”, scriveva un manager a proposito della campagna pubblicitaria di Natale 2022 per il Pink Christmas, il pandoro Balocco venduto a 9, tre volte il prezzo ordinario, grazie al packaging firmato Ferragni e alla campagna collegata, dagli spot ai post sui social. Il tutto per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing dell’ospedale pediatrico.
E sembra che l’azienda fosse consapevole del pericolo, come svela un’altra email contenuta nella ventina di pagine con cui l’Agcm ha motivato la sanzione. “Per me ok ma massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole correlata alle vendite”.
Oltre un milione di euro la sanzione per le due società dell’influencer e 420mila euro per l’azienda dolciaria. Non solo la multa dell’Antitrust. Nel frattempo la vicenda ha avuto un risvolto penale. Dopo l’esposto presentato dal Codacons e da Assourt, che ipotizza il reato di truffa, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, proprio mentre un altro caso simile piomba sulla testa dell’imprenditrice digitale.
Sembra che la campagna di beneficenza messa in piedi per le uova di cioccolato Dolci Preziosi tra 2021 e 2022 abbia seguito più o meno lo stesso schema. L’operazione avrebbe fruttato molto più di quanto poi in effetti devoluto, peraltro non da Ferragni, per la causa pubblicizzata. A rivelare il nuovo pasticcio è stata ieri Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano. Secondo l giornalista, il caso del pandoro sarebbe “tutt’altro che un errore di comunicazione”, come aveva sostenuto Ferragni nel suo video di scuse pubblicato sui social due giorni fa, ma un copione ben rodato seguito in entrambi i casi.
Stavolta beneficiaria della presunta raccolta fondi è l’associazione I Bambini delle Fate, che si occupa di progetti di inclusione per minori con autismo. L’influencer, come ha confermato al quotidiano il proprietario di Dolci Preziosi Franco Cannillo, avrebbe ricevuto nel complesso un cachet di 1,2 milioni (500mila euro nel 2021 e 700mila circa nel 2022) per aver ceduto la propria immagine. La donazione all’associazione, corrisposta solo dall’azienda, sarebbe stata invece di appena 36mila euro in due anni.
D’altro canto non sono mancate le occasioni in cui Ferragni e il marito Fedez si sono impegnati in attività solidali. È il caso della raccolta fondi promossa dalla coppia durante l’emergenza Covid che ha permesso di realizzare all’ospedale San Raffaele di Milano una nuova terapia intensiva. La campagna promossa su GoFundMe ha raggiunto in pochi giorni la cifra record di quasi 4,5 milioni di euro grazie a 206mila donatori. Un’impresa che è valsa loro un Ambrogino d’oro. E che ora i consiglieri comunali in quota Fratelli d’Italia, chiedono venga revocato, proprio per il caso pandoro. Ultimo capitolo della saga che da tempo contrappone il partito di Giorgia Meloni e i Ferragnez.
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