Un messaggio INPS riporta i contribuenti alla realtà. L’unico ISEE che permetterà di accedere alle prestazioni è quello del 2024.
Siamo nel mese di marzo inoltrato e non sono più ammesse deroghe. Per poter accedere alle prestazioni occorrerà essere in possesso dell’ISEE 2024, quello in corso di validità con riferimento ai redditi e al patrimonio 2022.
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente serve per definire la situazione reddituale e patrimoniale delle famiglie. Include i redditi di tutti i componenti del nucleo familiare, maggiorenni e minorenni. Il valore ISEE è importante perché permette di accedere a Bonus e agevolazioni. Più risulterà basso più saranno i benefici da richiedere e maggiori saranno le somme erogate. Un esempio è l’Assegno Unico. Con ISEE entro i 17.090.61 euro i richiedenti potranno ottenere 199,40 euro a figlio mentre con ISEE oltre i 45.574,96 euro l’importo erogato sarà di 57 euro.
Una differenza notevole, perché perdere l’occasione di guadagni maggiori? Da qui la necessità di avere un ISEE in corso di validità. L’Indicatore ha durata annuale, da gennaio a dicembre. Significa che il 31 dicembre 2023 è scaduto l’ISEE 2023. L’INPS permette di servirsi del vecchio ISEE scaduto ancora per i primi mesi dell’anno nuovo ma poi occorrerà necessariamente avere l’ISEE dell’anno corrente per continuare a ricevere Bonus e agevolazioni.
In un post su X (ex Twitter) l’INPS ha pubblicato un post con un chiaro messaggio alle famiglie. “Attenzione! Da marzo per il calcolo delle diverse prestazioni INPS è preso in considerazione l’ISEE 2024. A chi non ha ancora provveduto al rinnovo, si consiglia di farlo in breve tempo per non incorrere in decadenza o ritardi nei pagamenti delle prestazioni“.
Ricordiamo che il cittadino può avvalersi dell’aiuto dei CAF o patronati per compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica e procedere con il calcolo ISEE. Data l’affluenza, però, potrebbe accadere che chiedendo ora un appuntamento questo venga fissato tra diverse settimane. Per non perdere fin da subito soldi, il contribuente può agire in autonomia accedendo al portale dell’INPS con le credenziali digitali (SPID, Carta di Identità Elettronica e Carta Nazionale dei Servizi).
Qui troverà la DSU precompilata con i dati in possesso dell’ente della previdenza nazionale. Dovrà solamente controllarli, aggiungere informazioni mancanti se necessario o modificare dati errati. Raccomandiamo di prestare molta attenzione a ciò che si riporterà nella DSU e ricordiamo che al momento occorre ancora considerare BFP e Titoli di Stato. Si attende ancora che l’INPS aggiorni il sistema per evitare di includerli nel conteggio dell’ISEE.
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