L’INPS ha chiarito cosa accade quando si fruisce del congedo retribuito, soprattutto ai fini della pensione con una variazione importante.
Nella circolare l’ente ha parlato della misura ma anche della retribuzione su base giornaliera che permette così di capire come andare ad effettuare il calcolo delle contribuzioni e quindi anche cosa cambia dal punto di vista del contributo figurativo per il congedo.
La Legge 104 permette a familiari e persone che curano disabili in condizioni gravi di ottenere periodi di congedo straordinario. In questo caso, oltre a ciò che comporta sul piano del reddito a causa delle modifiche per lo stipendio e quindi la busta paga, vi sono delle ulteriori ripercussioni per ciò che concerne sostanzialmente la pensione.
I contributi che sono utili ai fini pensionistici non sono tutti uguali, ci sono infatti quelli definiti figurativi che servono proprio per il raggiungimento degli anni di pensionamento ma che non sempre riguardano poi l’effettiva corrispondenza sul piano economico. Il congedo straordinario viene riconosciuto ai lavoratori dipendenti come previsto dal Comma 3, dell’articolo 3 insieme ad un pacchetto di sussidi specifici.
In questo caso si ottiene l’assenza giustificata, è prevista un’indennità economica equivalente e anche l’accredito dei contributi in modo figurativo. L’indennità economica è fissata all’ultimo mese di lavoro effettivo, quindi viene calcolata sulla base di quelle che sono le voci fisse. Vi è poi un valore massimo del congedo che cambia solitamente di anno in anno e per il 2023 è fissato all’8.1%.
Volendo fare un conteggio, considerando l’aliquota contributiva al 33% per il 2023, il valore tra indennità e contribuzione è pari a 53.686,65 euro, quindi con un valore massimo fruibile per l’indennità di 40.366 su base annua, circa 110 euro al giorno. In questo sistema il valore della contribuzione figurativa è di un massimo di 13.320,65 euro.
I permessi e i congedi che sono legati alla Legge 104 quindi non vanno a incidere sulla pensione perché sono sempre accompagnati dai contributi figurativi. In caso di congedo straordinario, quindi di due anni, in questo caso si supera il limite massimo di versamento contributivo, per tale motivo influirà sulla pensione ma solo se la retribuzione annua lorda del lavoratore è superiore alla soglia limite di cui prima. In quel caso potrebbe esserci un assegno più basso, negli altri invece non ci sarà alcun cambiamento. In quel caso, per determinare l’impatto economico, è utile scindere ciò che comporta il piano retributivo da quello contributivo, perché si tratta di due questioni separate.
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