Conoscete la differenza tra pensione indiretta e pensione di reversibilità ai superstiti? È fondamentale distinguerle

Nella categoria della pensione ai superstiti sono ricomprese sia la pensione indiretta sia quella di reversibilità. Ma i requisiti per ottenerle sono diversi.

La pensione di reversibilità e la pensione indiretta sono entrambe una forma di sostegno economico ai familiari di contribuenti deceduti, ma differiscono tra loro per aspetti molto importanti.

pensione ai superstiti
AI familiari superstiti spettano due distinte prestazioni (cityzen.it)

Hanno diritto alle prestazioni i seguenti soggetti: il coniuge o l’unito civilmente, il coniuge separato o divorziato (a condizione che non abbia contratto nuove nozze e che sia destinatario dell’assegno divorzile), i figli minorenni alla data del decesso, i figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non lavorano e iscritti a corsi scolastici o a corsi di formazione, che abbiano massimo 21 anni di età, i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che frequentano l’università e che abbiano massimo 26 anni.

Ma vediamo quali sono le condizioni per l’erogazione della pensione di reversibilità e della pensione indiretta ai superstiti.

Pensione di reversibilità e pensione indiretta: a chi spettano?

La pensione di reversibilità è la prestazione destinata ai familiari di un pensionato deceduto, che già percepiva l’assegno previdenziale al momento dell’evento morte. In pratica, questa prestazione passa ai parenti superstiti del defunto.

pensione di reversibilità e indiretta
Quali sono i requisiti per ricevere le pensioni ai superstiti? (cityzen.it)

La pensione che originariamente veniva erogata al contribuente, dunque, viene pagata al coniuge, ai figli e agli altri parenti affinché venga assicurata una continuità di reddito per il nucleo familiare.

La pensione indiretta, invece, è quella che viene riconosciuta ai familiari di un contribuente deceduto che non era ancora in pensione, ma che era comunque assicurato sotto il profilo previdenziale. Il soggetto deceduto, quindi, aveva raggiunto il requisito contributivo per il pensionamento, ma non ancora l’età o le condizioni aggiuntive per ottenere la prestazione.

La pensione indiretta, in altre parole, garantisce un sussidio ai familiari che avevano come unica fonte di sostentamento il reddito di un lavoratore assicurato deceduto e non ancora in pensione.

Le due pensioni, inoltre, differiscono per i requisiti di accesso. Per la pensione di reversibilità, i presupposti erano già soddisfatti dal defunto, in quanto pensionato. Nel caso della pensione indiretta, invece, i familiari che presento richiesta devono rispettare dei presupposti per fruirne. In particolare, la misura è accessibile a condizione che il defunto avesse maturato almeno 15 anni di contributi al momento della morte. Gli accrediti, tuttavia, possono essere anche stati versati in modo non continuativo.

In alternativa ai 15 anni di contribuzione, il defunto doveva possedere almeno 5 anni di versamenti totali, dei quali 3 accreditati nell’ultimo quinquennio prima del decesso. Questa condizione serve all’INPS per accertare che il contribuente fosse realmente iscritto al sistema previdenziale.

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