La banca può prelevare i soldi da un conto corrente anche senza preavviso, per mezzo della compensazione. In quali casi si verifica?
L’istituto della compensazione dei rapporti bancari prevede la possibilità che la banca compensi il credito e il debito vantati dallo stesso correntista.
In altre parole, l’istituto potrebbe utilizzare il saldo attivo di un conto corrente intestato a un certo soggetto per coprire il saldo negativo di un altro conto corrente, intestato alla stessa persona, ed estinguere il debito. A prevedere tale possibilità è il codice civile, all’art. 1853.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la compensazione non necessita di alcun avviso. Di conseguenza, la banca non è obbligata a richiedere l’autorizzazione del correntista né a inviare una segnalazione preventiva di tal azione. Può, in altre parole, procedere in maniera autonoma all’estinzione del debito.
Ovviamente questo non significa che a posteriori non debba essere informato il cliente. Al riguardo, la giurisprudenza ha chiarito che la banca deve rispettare i principi di buona fede contrattuale, per cui, in sede processuale, il correntista potrebbe provare di aver subito dei pregiudizi derivanti dalla mancata comunicazione della compensazione da parte della banca.
Ad esempio, potrebbe aver emesso un assegno bancario coperto da provvista ma, il giorno dell’incasso è rimasto scoperto in seguito alla compensazione da parte della banca. In questi casi, è compito del giudice accertare eventuali condotte illecite da parte dell’istituto di credito, derivanti dalla violazione del principio di buona fede nell’esecuzione del contratto.
Per questo motivo, anche se per legge non è prevista la preventiva comunicazione al cliente da parte della banca, quest’operazione potrebbe rivelarsi necessaria, soprattutto nel caso della compensazione di un conto corrente cointestato. In una recente sentenza, il Tribunale di Como ha condannato una banca per indebita compensazione di un conto corrente cointestato. Per quale motivo? Analizziamo nel dettaglio la vicenda.
Compensazione conto corrente: le regole per mettere al riparo i risparmi
Il Giudice della II Sezione Civile del Tribunale di Como, con la sentenza del 19 aprile 2024, ha condannato una banca che aveva effettuato la compensazione di un conto corrente.
Nel dettaglio, la cointestataria del conto ha deciso di convenire in giudizio l’istituto di credito, per accertare la mancanza dei requisiti per la compensazione e riavere le somme attive depositate sul conto indebitamente prelevate, per un totale di 279.767,95 euro (inclusi gli interessi di mora).
La donna ha chiesto al giudice di appurare l’illegittimità della compensazione eseguita dalla banca e condannare l’istituto per l’indebita sottrazione delle somme presenti su un suo conto corrente cointestato. L’interessata, infatti, ha fatto valere l’assenza di qualsiasi tipo di negoziazione da parte dell’istituto di credito nei confronti di un solo cointestatario del conto.