Il ricalcolo contributivo della pensione abbassa l’assegno pensionistico sempre e in ogni caso? Valutiamo le possibili eccezioni.
I lavoratori con contributi versati dal 1996 dovranno calcolare la pensione con sistema contributivo notoriamente più svantaggioso rispetto al sistema di calcolo retributivo e misto.
Il sistema previdenziale italiano prevede tre diversi sistemi di calcolo della pensione in base al momento in cui si sono iniziati a versare i contributi. Il primo è il sistema retributivo, più vantaggioso ma destinato a sparire negli anni. Si applica, infatti, a chi ha almeno diciotto anni di contributi al 31 dicembre 1995. Poi c’è il sistema misto per chi ha meno di diciotto anni di contributi al 31 dicembre 1995 e contributi successivi a questa data.
Infine c’è il sistema di calcolo contributivo per chi ha iniziato a versare i contributi dal 1996 o per i lavoratori che accettano di uscire dal mondo del lavoro con determinati scivoli che prevedono il ricalcolo contributivo per tutti. Parliamo di Opzione Donna e di Quota 103 (novità quella del sistema contributivo introdotta dalla Legge di Bilancio 2024). Il pensiero comune è che il sistema contributivo essendo basato sul calcolo dei contributi e sul coefficiente di trasformazione comporti un taglio dell’assegno oneroso per i lavoratori. Ci sono casi in cui, invece, è più vantaggio del misto?
Quando il ricalcolo contributivo è un vantaggio
Il sistema contributivo viene usato in caso di Opzione Donna, Quota 103, del computo presso la Gestione Separata, della totalizzazione e dell’opzione per il ricalcolo contributivo della pensione anche se si hanno contributi versati prima del 1996. Questo metodo di calcolo comporta un taglio dell’importo dell’assegno pensionistico variabile in base ai contributi presenti al 31 dicembre 2024.
In generale, la riduzione può andare dal 10 al 30%. Una percentuale importante soprattutto per tirare su i conti pubblici. Ecco perché per alcune misure di pensionamento anticipato è stato introdotto il sistema contributivo per tutti i lavoratori. Tale metodo, però, può rivelarsi conveniente in alcuni casi. Se, per esempio, i periodi contribuiti presso l’INPS risultano piuttosto indietro nel tempo e non versati continuativamente.
Dato che la Quota A del sistema retributivo riguarda unicamente i periodi entro il 31 dicembre 1992 (quelli successivi sono comunque conteggiati con contributivo) in caso di cumulo sarebbe più conveniente il sistema contributivo. Un secondo caso è la presenza di un vuoto contributivo importante ad esempio di dieci anni. Un terzo prende in considerazione un significativo calo dei redditi che renderebbe il sistema misto più svantaggioso non potendo contare su una retribuzione alta alla fine della carriera.