Coop migranti, moglie e suocera di Aboubakar Soumahoro agli arresti domiciliari

Misura disposta nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sulla gestione delle cooperative attive nell’accoglienza. Le accuse: frode in pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Sequestrati quasi 2 milioni di euro. Liliane Murekatete e Marie Mukamatsindo avrebbero utilizzato i fondi della coop Karibu in ristoranti, gioielli e alberghi di lusso

 

La moglie e la suocera del sindacalista dei braccianti diventato parlamentare Aboubakar Soumahoro sono finite agli arresti domiciliari. A disporre la misura per Liliane Murekatete e Marie Therede Mukamatsindo è stato il giudice delle indagini preliminari di Latina nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta della Guardia di finanza sulla gestione delle cooperative attive nell’accoglienza di migranti e minori non accompagnati nella provincia laziale.

Il gip ha anche disposto l’obbligo di dimora per uno dei figli di Marie Therede. Nei loro confronti dei tre indagati le accuse sono, a vario titolo, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio.

Sequestrati quasi 2 milioni di euro

La Guardia di finanza, coordinata dalla procura di Latina, ha eseguito un sequestro preventivo di quasi 2 milioni di euro quale profitto del reato. In una nota le Fiamme gialle elencano le aziende che, secondo l’accusa, “hanno percepito ingenti fondi pubblici da diversi enti (prefettura, regione, enti locali) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito”. Si tratta delle cooperative sociali Karibu e Consorzio agenzia per l’inclusione e i diritti Italia e della Jambo Africa (per il tramite della Karibu).

Soumahoro: “Prendo atto”

Laconico il commento del deputato eletto nelle liste di Alleanza Sinistra – Verdi, e poi transitato nel gruppo misto della Camera: “Prendo atto della misura applicata a mia moglie Liliane, null’altro ho da aggiungere o commentare, se non che continuo a confidare nella giustizia. Ribadisco, come è agli atti, la mia totale estraneità a tutto e chiedo nuovamente di rispettare la privacy di mio figlio”, ha detto il deputato di origini ivoriane.

I magistrati: “Collaudato sistema fraudolento”

Sovrannumero di ospiti, alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato, condizioni igieniche carenti, riscaldamento assente, niente acqua calda, scarsa qualità del cibo e conservazione delle carni inadeguata. È lunga la lista delle contestazioni formulate dalla Procura di Latina agli indagati.

Nell’ordinanza il gip parla di “collaudato sistema fraudolento” all’interno della cooperativa Karibu. Un meccanismo fondato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistentinon solo con la specifica finalità evasiva ma, altresì, per giustificare, in sede di rendicontazione, la richiesta di finanziamenti” nell’ambito dello Sprar, il sistema di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo.

 

Aboubakar Soumahoro
Aboubakar Soumahoro | Foto Alanews – Cityzen.it

 

Per il giudice le “condotte risultano volontarie e consapevolmente mirate a un risparmio di spesa (e successiva distrazione) dei fondi pubblici percepiti”. Dunque “buona parte del denaro ricevuto non è stato adoperato per le finalità preposte” considerata anche “la carenza dei servizi offerti” agli ospiti delle strutture.

Una struttura delinquenziale organizzata a livello familiare che negli anni (almeno dal 2017 in poi) non ha fatto nient’altro rispetto all’attività criminale oggetto delle imputazioni“, si legge ancora nell’ordinanza del gip.

Carte di credito usate per ristoranti e gioielli

Parte del denaro ottenuto dalle coop, quasi 500 milioni di euro, è stato trasferito all’estero tra il 2017 e il 2022. Nelle carte dell’indagine si afferma che l’utilizzo di carte di credito e prepagate, intestate alla Karibu” venivano “adoperate per finalità private”: ristoranti, gioiellerie, alberghi, centri estetici, abbigliamento di lusso.

Dall’ordinanza emerge inoltre che uno degli indagati “avendo la disponibilità delle credenziali di accesso al conto corrente principale della Karibu e della Jambo, ha potuto disporre, a suo piacimento, delle risorse pubbliche erogate per la gestione dei migranti, trasferendo ingenti risorse di denaro pubblico a favore di se stesso oltreché verso l’estero e in particolare in Rwanda dove lo stesso ha avviato prima l‘apertura di un Supermercato e, successivamente, di un ristorante sotto l’insegna ‘Gusto Italiano’“.

La difesa

Solo quando sarà possibile leggere gli atti di indagine si potrà dare una risposta esaustiva e, confido, liberatoria dalle accuse, ma la linea difensiva non cambia”, è stato il commento a caldo di Lorenzo Borrè, legale di Liliane Murekatete, consegnato all’agenzia Adnkronos.

La linea “si fonda sulla contestazione del compimento di atti gestionali veri e propri da parte della mia assistita, posto che l’essere stata assunta nell’ufficio di presidenza della cooperativa e l’aver svolto tale attività è, a mio avviso, questione ben distinta dall’assunzione dell’incarico di componente effettivo del Consiglio d’amministrazione della cooperativa. Né, a mio avviso, è configurabile un concorso, tanto meno doloso, in quelle che allo stato, ed è bene ricordarlo ai non più garantisti, sono solo ipotesi di reato”, ha spiegato l’avvocato, ribadendo che la moglie di Soumahoro non ha compiuto “atti di amministrazione” né “di distrazione” di fondi.