Curiosi di scoprire le dieci parole meno usate in italiano? È da non credere

Con il passare degli anni alcune parole vengono dimenticate diventando desuete. Scopriamo i dieci termini sempre meno usati dagli italiani. 

L’italiano è una lingua bellissima in tutte le sue sfaccettature. Per stupire gli amici con un’oratoria perfetta si possono utilizzare parole poco note ma dal fascino senza tempo. Vi proponiamo alcuni esempi soffermandoci sul significato dei termini stessi.

Quali sono le parole italiane meno utilizzate
Quali sono le parole italiane meno utilizzate (Cityzen.it)

L’italiano è una lingua viva e dunque in continua evoluzione. Il vocabolario si arricchisce di nuove terminologie al passo con i tempi ma questo non significa dimenticare parole che per anni e anni sono state usate dai nostri nonni e bisnonni. Bisogna conoscere il patrimonio linguistico della propria nazione e far ricorso a termini oggi considerati desueti ma che per certi aspetti sono molto più affascinanti rispetto a quelli usati frequentemente.

Consideriamo che tra le nuove parole aggiunte recentemente alla lingua italiana ci sono confettata, apericena, petaloso, selfie, hashtag. Il vocabolario si è arricchito di parole inglesi nonostante tante persone si chiedano perché usare anglismi quando il modo di dire in italiano è bello ed esplicativo allo stesso modo. Il rischio è di perdere definitivamente alcuni termini e di impoverire l’arte oratoria.

Dieci parole che rischiano di essere dimenticate: torniamo ad utilizzarle

Una prima parola desueta è eristico. Indica una persona polemica, desiderosa di “battagliare” e discutere argomentando pesantemente le tematiche affrontante. Anche un atteggiamento si può definire eristico. Diverso il significato del termine misoneista ossia colui che odia le novità. Il misoneista non ama i cambiamenti, apprezza le abitudini e difficilmente riesce a modificarle.

Arricchiamo il vocabolario usando dieci parole desuete
Arricchiamo il vocabolario usando dieci parole desuete (Cityzen.it)

Più noto il termine sacripante specialmente agli studenti. Sacripante è un personaggio dell’Orlando Furioso, un fortissimo re dei Circassi. Da qui la definizione di un uomo sacripante come una persona di alta statura, corpulenta e robusta nonché dall’aria fiera e minacciosa. Sta cadendo in disuso anche solipsista, termine usato per indicare chi pensa solo a sé stesso ed è accecato dall’ego. Il solipsismo è la filosofia dell’individualismo, dell’attenzione unicamente verso il proprio benessere incurante del prossimo. Interessante anche gaglioffo come parola per definire una persona goffamente presuntuosa, uno sciocco e cialtrone.

Lo stolido, invece, è lo stolto, una persona con poca intelligenza, un po’ ottusa. Sempre meno utilizzato nella lingua italiana, poi, opimo, aggettivo che significa grasso, abbondante, copioso. Albagìa, invece, indica superbia e altezzosità, presunzione e arroganza mentre trasecolare vuole significare essere colto da grande meraviglia, sbalordirsi. Arriviamo all’ultima parola desueta, facondia. Si tratta dell’arte di saper parlare con chiarezza e in modo semplice.

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