Niente paura se dovesse emergere un debito dalla dichiarazione dei redditi. Il pagamento in un’unica soluzione non è la sola alternativa.
La dichiarazione del redditi 2024 è relativa ai redditi 2023. Dal modello 730 potrebbe emergere un credito o un debito. Nel primo caso il cittadini riceverà l’importo direttamente in busta paga o nel cedolino della pensione. Nel secondo, invece, bisognerà pagare. Come?
Il contribuente potrebbe scoprire durante la compilazione del modello 730 di aver pagato le tasse con un’aliquota IRPEF più bassa rispetto a quella che sarebbe dovuta essere applicata. Da qui nasce un debito, una somma che il cittadino dovrà restituire allo Stato. Ci sono varie cause che potrebbero portare ad una situazione del genere.
La presenza di due o più Certificazioni Uniche, ad esempio, perché nel 2023 si è lavorato per due o più datori di lavoro. Sommando i redditi delle CU potrebbe risultare un’imposta maggiore da considerare. Il debito può essere legato, poi, ad assegni INPS percepiti durante l’anno precedente – ad esempio la NASPI – o per detrazioni IRPEF non dovute da restituire.
L’importo a debito si può pagare in due modi. Il cittadino con importo a debito che non ha il sostituto d’imposta potrà pagare tramite il modello F24 presso un Ufficio Postale, uno sportello bancario oppure presso un Ufficio dell’ente di riscossione. Per i dipendenti e pensionati sarà il sostituto d’imposta ad occuparsi del versamento con addebito diretto in busta paga o sul cedolino della pensione.
Si può scegliere di corrispondere quanto dovuto in un’unica soluzione oppure a rate. Utilizzando il modello 730 precompilato il contributo potrà compiere la scelta direttamente sul modello prima di accettarlo indicando la volontà di rateizzare l’importo. Nello specifico il rigo da utilizzare è F6. Nella colonna 7 si dovrà indicare il numero delle rate compreso tra due e sei (il massimo è 5 per i pensionati) per la dilazione del pagamento dell’importo a debito.
Il frazionamento si può richiedere per il saldo dell’IRPEF, delle addizionali regionali e comunali e della cedolare secca 2023, la prima rata di acconto IRPEF, di acconto dell’addizionale comunale, la prima rata di acconto della cedolare secca 2024 e per l’acconto del 20% sui redditi soggetti a tassazione separata. La rateizzazione comporta l’applicazione di interessi pari allo 0,33% mensile. Anche in caso di 730 senza sostituto si potrà fare domanda di rateizzazione ma il numero delle rate deve essere compreso tra due e sette. In caso di dubbio rivolgersi ai CAF per farsi guidare nella procedura.
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