Disastro Bonus Mamme: meno della metà ha presentato domanda e le ragioni sono preoccupanti

Il Bonus Mamme lavoratrici non ha prodotto gli effetti sperati e meno della metà delle aventi diritto lo ha richiesto. Quali sono le cause del fallimento?

Il Bonus Mamme lavoratrici è un sussidio introdotto quest’anno in favore delle dipendenti pubbliche e private con contratto a tempo indeterminato (ad eccezione delle lavoratrici domestiche), che consente di ottenere un aumento dello stipendio fino a 3 mila euro all’anno.

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Il Bonus Mamme è la nuova misura di sostegno introdotta dal Governo (cityzen.it)

In pratica, si tratta di uno esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali dovuto dalle lavoratrici. Solo per il 2024, possono richiederlo le madre con almeno due figli, dei quali il più grade minore di 10 anni. Per il 2025 e il 2026, invece, sarà necessario avere tre figli, dei quali il più piccolo minorenne. Il beneficio si applica, oltre che per i nuovi nati, anche per i figli adottivi o in affidamento.

Grazie allo sgravio contributivo del Bonus Mamme, si può ottenere un aumento in busta paga fino a 250 euro al mese. Al momento, però, la misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 non ha avuto molto successo e la maggior parte delle dipendenti ha deciso di rinunciarvi. Per quale motivo?

Il Bonus Mamme fatica a decollare: perché le lavoratrici non vogliono richiederlo?

Secondo i dati rivelati dall’INPS, a maggio soltanto 484.730 lavoratrici avevano ottenuto il Bonus Mamme. Si tratta di un dato allarmante, perché corrisponde ad appena il 40% delle aventi diritto. Il sussidio, fortemente voluto dal Governo e descritto come uno strumento essenziale di sostegno, non sta dando i frutti sperati.

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Quali sono le cause del fallimento del Bonus Mamme? (cityzen.it)

Molte donne che potrebbero presentare domanda e ricevere un aumento della busta paga hanno, in realtà, deciso di non fruire del beneficio. Per quale motivo? La decontribuzione al 100% a loro carico potrebbe causare un enorme svantaggio, ossia aumentare l’imponibile IRPEF e, di conseguenza, il reddito complessivo.

Le lavoratrici che rientrano nei limiti dello scaglione fino a 15 mila euro, per esempio, rischierebbero di dover rinunciare al trattamento integrativo fino a1.200 euro all’anno. Il Bonus Mamme, inoltre, non può essere conciliato con il taglio del cuneo fiscale, che permette di ricevere fino a 247 euro in più al mese.

Per coloro che sono in possesso dei requisiti precedentemente descritti e sono intenzionate ad ottenere il Bonus Mamme, ricordiamo che la concessione del sussidio non è automatica. Bisogna, infatti, presentare apposita comunicazione al datore di lavoro, dichiarando la propria volontà a usufruire della misura. Per richiedere il beneficio, inoltre, è possibile accedere al portale ufficiale INPS, tramite il servizio “Utility Esonero Lavoratrici Madri“, inserendo il codice fiscale dei figli e i relativi dati anagrafici.