I genitori possono trasferire la proprietà della casa ai figli con la vendita o la donazione. Quali sono le differenze tra gli istituti e quale presenta maggiori vantaggi?
I genitori che intendono cedere un immobile ai figli possono avvalersi della vendita o della donazione.
Entrambi comportano il trasferimento della proprietà, ma le differenze tra i due istituti sono numerose, a partire dall’elemento del pagamento, che caratterizza la vendita ma non la donazione.
Si potrebbe, dunque, pensare che quest’ultima sia sempre la soluzione più conveniente ed economica ma, in realtà, non è così perché ci sono aspetti della donazione a volte sconosciuti che, tuttavia, potrebbero creare una serie di problematiche. Vediamo, dunque, quali sono le differenze tra la vendita e la donazione e in che modo dovrebbe essere orientata la scelta da parte dei genitori che intendono trasferire la casa a un figlio.
Il vantaggio principale della donazione consiste nella possibilità di trasferire l’immobile senza alcun compenso in cambio, come se fosse un regalo.
Ma per i beni di non modico valore (come appunto una casa) è necessario che l’atto venga stipulato dal notaio e alla presenza di due testimoni. La donazione, inoltre, può presentare una serie di pericoli.
Uno dei più diffusi è la possibilità di revoca da parte del donante e dei suoi eredi, quando è accertata l’indegnità del donatario o la violazione della quota di legittima. In questi casi, il donatario può essere obbligato a restituire il bene ricevuto, senza possibilità di rimborso. Il contratto di vendita, invece, non prevede l’istituto della revoca.
La donazione, inoltre, è a titolo gratuito ma questo non esclude che possano esserci dei costi. Bisogna, infatti, pagare la parcella del notaio, le imposte ipotecaria e catastale e la tassa di donazione.
Cosa conviene, quindi, tra la vendita e la donazione? Non si può dare una risposta univoca a tale quesito perché bisogna valutare il caso concreto. La vendita potrebbe essere la scelta migliore se si considera che tutela l’acquirente da possibili revoche e assicura un guadagno al venditore. È, però, sconsigliata se si pone l’attenzione sul fatto che manca la gratuità e questo potrebbe essere un elemento determinante se le parti coinvolte sono parenti (come genitori e figli).
La donazione è, invece, da preferire se non si lede la quota di legittima degli eredi del donante e se il donatario non compie atti gravi nei confronti del donante e della sua famiglia.
In conclusione, la scelta dipende soprattutto dal donante e dallo scopo che vuole raggiungere.
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