Per tutto il 2024 sono ancora disponibili diversi bonus edilizi che permettono di migliorare l’efficienza energetica e risparmiare.
Coi bonus ancora attivi tutti possono ottenere detrazioni fiscali sulle spese sostenute per diversi tipi di lavori migliorativi dell’immobile.
Infatti al momento sono in essere l’ecobonus e il superbonus e altri bonus con cui si possono – ad esempio – installare zanzariere nuove, impianti antintrusione, pannelli solari e via discorrendo.
Ma come funziona esattamente la detrazione fiscale? Esiste un modo anche per ripartirla in due, come ad esempio marito e moglie comproprietari dell’immobile? Ecco cosa prevede la Legge.
Quando si parla di bonus edilizi si va ovviamente a riferirsi a immobili che possono essere migliorati energeticamente o sotto altri punti di vista, come la sicurezza antisismica.
Ma ovviamente l’immobile può essere di proprietà di una persona, di una coppia di coniugi, di Enti o associazioni. Mettiamo il caso che marito e moglie vogliano acquistare delle zanzariere nuove sfruttando l’ecobonus e la detrazione fiscale del 50% in 10 anni.
Come sappiamo, a fare la richiesta può essere uno dei proprietari dell’immobile, che dovrà poi pagare con metodo tracciabile e produrre tutta la documentazione per ottenere lo sgravio fiscale nella dichiarazione dei redditi. Se però entrambi i coniugi desiderano detrarre in quote diverse la percentuale sulla spesa sostenuta, si deve agre in un modo ben preciso.
Infatti sono contemplate diverse casistiche, come ad esempio il fatto che chi detrae non deve essere per forza il soggetto che ha fatto richiesta del bonus. Se i comproprietari desiderano detrazioni separate, dovranno indicare in fattura le proporzioni di pagamento. Ad esempio, la spesa può essere divisa tra “Parte 1” al 60% e “Parte 2” al 40%, e dovranno comparire anche i rispettivi codici fiscali.
L’unica nota da ricordare è che questa specifica volontà di ripartire spese e detrazioni deve essere chiarita e documentata fin dal primo anno di fruizione del beneficio; infatti secondo le normative vigenti non si possono modificare negli anni successivi le quote ripartite. Dunque per i futuri 10 anni varranno le stesse regole, ed è un fattore da considerare se, ad esempio, in futuro i coniugi si separano: questa condizione non andrà a modificare le scelte prese in precedenza.
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