Se uno dei due coniugi muore, l’ex ha diritto a ricevere la sua parte di eredità dopo la separazione? La legge parla chiaro.
I rapporti tra due coniugi spesso non si esauriscono al momento del divorzio, specialmente se ci sono dei figli piccoli che devono essere gestiti insieme. Pur essendo in presenza di una sentenza di un giudice che disciplina ogni aspetto, le dispute potrebbero verificarsi ancora per motivi economici, cercando di far valere questo aspetto per indispettire l’ex partner.
É anche per questo che in tanti prima di sposarsi decidono di optare per il regime di separazione dei beni, in modo tale che non possano essere avanzati diritti in merito alle proprietà dell’altro/a. Ma cosa accade se uno dei due dovesse morire? In questo caso è giusto capire come ci si debba comportare nella gestione dell’eredità.
Le questioni legate a un’eredità sono spesso in grado di scatenare non poche discussioni, proprio per questo si preferisce spesso muoversi d’anticipo e redigere un testamento anche quando si è giovani, così da regolamentare la situazione se dovesse succedere qualcosa di inaspettato. Questa esigenza nasce soprattutto quando si sono interrotti i rapporti con alcuni parenti e si vuole evitare che le persone con cui non si parla più possano avanzare diritti.
Gli interessi economici sono inoltre in molte occasioni all’origine di liti anche tra coniugi e non si interrompono nemmeno in caso di separazione. La situazione può diventare complessa se si verifica la morte di uno dei coniugi dopo la separazione ma prima del divorzio. In questo caso il coniuge che è sopravvissuto è considerato erede legittimo, anche nel caso di matrimonio in regime di separazione dei beni.
Qualora non ci fosse alcun testamento, è considerato erede universale, se non ci sono figli, fratelli, sorelle o altri parenti. Se c’è un figlio, invece, l’eredità deve suddivisa a metà, mentre in presenza di due o più di due figli ha diritto solo a un terzo. Se ci sono invece altri ascendenti del defunto o fratelli e sorelle, il coniuge superstite ha diritto a un terzo dell’eredità, oltre a poter restare nell’abitazione condivisa.
Se invece è stato redatto un testamento, l’ex coniuge ha diritto a una quota minima dell’eredità detta “legittima”. La sua entità varia a seconda della situazione:
Non è detto che la separazione tra due coniugi avvenga in via consensuale. A volte gli scontri possono essere talmente accesi, da spingere verso una separazione con addebito. Questo, inevitabilmente, incide sull’eredità. In questo caso il coniuge superstite non ha alcun diritto da rivendicare. Gli eredi sono chiamati però a versargli un assegno mensile qualora fosse evidente la sua incapacità di avere un guadagno che gli consenta di mantenersi. Situazioni come queste valgono però solo se si è arrivati a una separazione, in presenza di una sentenza di divorzio non si riceverà niente.
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