Il nuovo redditometro non verrà applicato, ma altri misure potrebbero contribuire a scovare gli evasori fiscali. Ecco tutte le novità.
Il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, aveva proposto l’introduzione di una nuova versione del vecchio redditometro, per consentire al Fisco di individuare più facilmente i possibili evasori.
La Premier, Giorgia Meloni, ha, tuttavia, annunciato, che la misura è stata sospesa per consentire ulteriori accertamenti. Molti esponenti della maggioranza, infatti, si sono fortemente opposti al redditometro, perché i controlli avrebbero riguardato tutte le spese compiute dai nuclei familiari.
Il Governo è intenzionato a predisporre diversi meccanismi di lotta all’evasione fiscale, ma diretti perlopiù a sanzionare i grandi evasori e a non procedere a un controllo massiccio di tutti i contribuenti. In realtà, ci sarebbe bisogno di strumenti di lotta ai furbetti più efficaci, visto che in Italia l’evasione fiscale ammonta a più di 85 miliardi di euro, una cifra molto elevata. Scopriamo, dunque, quali saranno le prossime mosse dell’Esecutivo per tentare di arginare questo annoso problema.
Addio al redditometro: ecco le altre misure antievasione
La maggioranza sta pensando a una sinergia tra le moderne tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, e l’incrocio delle banche dati possedute dal Fisco, per combattere la piaga dell’evasione fiscale.
Un’idea sarebbe quella dei cd. avatar fiscali, degli algoritmi in grado di trovare le possibili anomalie contabili e fiscali e individuare le frodi.
Ma l’obiettivo primario del Governo è quello di rendere il “Fisco amico”, tramite l’accordo con i contribuenti.
Sarà, infatti, a breve attivo il concordato preventivo biennale con i lavoratori autonomi, che avranno la possibilità di patteggiare con l’Amministrazione sugli importi da pagare per i prossimi due anni.
Secondo gli esperti, questa misura dovrebbe incentivare i contribuenti ad adempiere spontaneamente e, dunque, a ridurre l’evasione.
Saranno, inoltre, abolite le maxi multe fino al 240% per l’omessa o infedele dichiarazione fiscale. In questi casi, i contribuenti dovranno pagare non più del 120% delle somme dovute. In altre parole, le sanzioni amministrative saranno ridotte da un quinto a un terzo.
Da un punto di vista meramente economico, il taglio dell’ammontare delle multe avrà una ricaduta in termini di entrate per le finanze pubbliche, ma se le sanzioni saranno più eque, gli interessati saranno spinti a pagare in maniera volontaria, senza la necessità di ricorrere a strumenti di riscossione coattiva.
Ci saranno, infine, delle novità per i commercianti che, nell’ipotesi di omessa o tardiva trasmissione, incompletezza o non veridicità dei dati dei corrispettivi giornalieri, potranno ricevere sanzioni di ammontare non superiore a mille euro. In caso di omessa, incompleta o infedele comunicazione delle minusvalenze, invece, la sanzione massima sarà di 30 mila euro.