Cresce ancora il prezzo di frutta e verdura; non solo clima impazzito, le associazioni dei consumatori denunciano possibili speculazioni.
Nonostante i numeri diffusi dal Governo inerenti l’abbassamento dell’inflazione, i portafogli dei cittadini sono ancora a rischio e per diversi fattori.
I primi mesi del 2024 sono stati caratterizzati da un meteo a dir poco bizzarro: dopo un febbraio caldo, lo scenario si è ribaltato completamente e il vero inverno (con piogge abbondanti e nevicate) lo si è visto quando ormai avrebbe dovuto arrivare la bella stagione.
Oltre ai disagi legati al consumo di energia per i riscaldamenti, questi mesi freddi hanno inciso anche sulla resa delle coltivazioni. Era facilmente intuibile che presto sarebbe arrivata la notizia di un aumento dei prezzi nel comparto ortofrutticolo.
Una “nenia ciclica”, però, che non convince più, in primis i cittadini e poi anche le associazioni dei consumatori. Ecco i dati, allarmanti, diffusi da Assoutenti.
Assoutenti di recente ha allertato i consumatori, perché a causa del clima altalenante il prezzo al dettaglio dell’ortofrutta sta salendo vertiginosamente.
I prezzi della frutta fresca, sono già saliti in media del 7,3% su base annua, con punte fino al 20,1% per le pere e al 18,5% per albicocche, ciliegie e susine; i prezzi delle mele sono aumentati del 7,2% e arrivano notizie anche per quanto riguarda l’aumento dei prezzi di carote, cipolle, asparagi, carciofi e patate.
Sempre il Presidente di Assoutenti Gabriele Melluso, però, ammette che il rincaro di questi prodotti potrebbe essere alimentato dalla speculazione. Un fenomeno, questo, che gli italiani conoscono fin troppo bene, ma che di recente sta assumendo proporzioni inaccettabili.
I consumatori, già stremati dalla perdita consistente del potere d’acquisto, ma anche grazie all’accesso più facile ai canali d’informazione, stanno diventando più consapevoli. Da una parte può essere verosimile che il clima danneggi le colture, ma dall’altra ci si chiede: com’è possibile che gli agricoltori, nel 21esimo secolo, non utilizzino mezzi e tecnologia per ovviare ai “dispetti” meteo? Esistono le serre, le irrigazioni controllate, e tecnologia predittiva del meteo che consente di correre ai ripari.
Eppure ad ogni evento “fuori dalle righe” è già allarme e chi coltiva ortofrutta denuncia danni milionari, diminuzioni di produzione, costi per salvare le piante. Che poi fanno scattare aumenti nei prezzi al dettaglio.
Ma dobbiamo anche sottolineare che spesso e volentieri l’ortofrutta che troviamo al supermercato non è nemmeno di provenienza italiana. Dovremmo guardare al meteo degli altri Paesi, dunque, prima di metterla nel carrello? La domanda è d’obbligo. In questi casi siamo ovviamente di fronte a speculazione pura e semplice, e i consumatori se ne stanno cominciando a rendere conto.
Lo stesso fenomeno, purtroppo, si sta verificando anche in altri prodotti, basti pensare all’olio extra vergine di oliva; in questo caso però i consumatori hanno risposto tagliando del 40% il consumo di questo condimento. Probabilmente accadrà anche con l’ortofrutta, e probabilmente con sempre più tipologie di beni e servizi. Questo è un segnale, però, che in troppi stanno sottovalutando.
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