Gastrite: cause, sintomi e come la gastroscopia può aiutarti a ritrovare il benessere

La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica che può manifestarsi in forme acute o croniche, influendo in modo significativo sul benessere digestivo. Questo disturbo, spesso sottovalutato, può dare origine a sintomi quali bruciore di stomaco, dolore epigastrico e difficoltà nella digestione. In questo articolo scopriremo le cause più comuni, come riconoscere i segnali d’allarme e perché la gastroscopia rappresenta un esame di fondamentale importanza per la diagnosi e il trattamento.

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Cos’è la gastrite e quali sono le sue cause principali

La gastrite si verifica quando la mucosa dello stomaco subisce un’irritazione o un’infiammazione, che può essere di varia entità. A seconda della durata e dell’intensità, si distinguono gastriti acute (insorgono rapidamente e durano poco) e gastriti croniche (più prolungate nel tempo e con possibili complicazioni).

Fattori scatenanti

1. Infezione da Helicobacter pylori: uno dei principali responsabili dell’infiammazione gastrica, capace di colonizzare la mucosa dello stomaco e provocare danni a lungo termine se non trattato.
2. Uso eccessivo di farmaci: alcuni medicinali, in particolare gli anti-infiammatori non steroidei (FANS), possono irritare lo stomaco e causare gastrite.
3. Stile di vita e dieta: stress, consumo eccessivo di alcol, fumo e un’alimentazione ricca di cibi grassi e piccanti possono favorire l’insorgenza di questo disturbo.
4. Gastrite autoimmune: più rara, è causata da una reazione del sistema immunitario contro le cellule della mucosa gastrica.

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Sintomi comuni della gastrite

I sintomi della gastrite possono variare da persona a persona e possono manifestarsi in modo più o meno intenso. Tra i più frequenti troviamo:

• Bruciore di stomaco o sensazione di acidità costante
• Dolore epigastrico: localizzato nella parte superiore dell’addome
• Nausea e, talvolta, vomito
• Gonfiore addominale e senso di pesantezza dopo i pasti
• Perdita di appetito e, in alcuni casi, calo ponderale

Quando i sintomi durano a lungo o peggiorano, è consigliabile rivolgersi a uno specialista gastroenterologo per un’adeguata valutazione diagnostica e terapeutica.

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Perché la gastroscopia è fondamentale nella diagnosi della gastrite

La gastroscopia (o EGDS, Esofago-Gastro-Duodenoscopia) è uno degli esami più efficaci per studiare la mucosa gastrica e individuare eventuali lesioni o infiammazioni. Ecco perché risulta particolarmente indicata in presenza di gastrite:

1. Visualizzazione diretta: il medico può osservare lo stato reale della mucosa dello stomaco e valutare l’entità dell’infiammazione.
2. Biopsie mirate: durante l’esame, è possibile prelevare piccoli campioni di tessuto per verificare la presenza di Helicobacter pylori, di gastrite cronica o di altre patologie correlate.
3. Diagnosi differenziale: la gastroscopia consente di distinguere la gastrite da altre condizioni simili (ulcere gastriche, esofagite, polipi) che possono manifestare sintomi analoghi.

Come si svolge l’esame

La gastroscopia si effettua introducendo un sottile strumento flessibile (gastroscopio) dalla bocca fino al duodeno. Il paziente viene generalmente sedato o riceve un anestetico locale in gola, in modo da ridurre il fastidio e il riflesso del vomito. L’intera procedura dura in media 5-15 minuti, dopodiché è possibile tornare gradualmente alle proprie attività.

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Prevenzione e consigli utili

Sebbene alcune cause di gastrite non siano completamente evitabili, esistono strategie che possono ridurre il rischio e migliorare il decorso della malattia:

1. Limitare gli alcolici e il fumo: entrambe le sostanze irritano la mucosa gastrica e ne rallentano la guarigione.
2. Curare l’alimentazione: preferire pasti leggeri, suddivisi in più momenti della giornata, ed evitare cibi troppo grassi o piccanti.
3. Gestire lo stress: praticare tecniche di rilassamento, yoga o meditazione può aiutare a tenere sotto controllo l’acidità gastrica.
4. Fare controlli regolari: in presenza di sintomi ricorrenti, è importante consultare il gastroenterologo per verificare l’efficacia di eventuali terapie e monitorare l’evoluzione del disturbo.

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