I contribuenti che vogliono accedere alla pensione anticipata possono sfruttare una misura che permette anche di incrementare l’assegno previdenziale. Di quale si tratta?
La Legge di Bilancio 2024 ha stabilito che, per il triennio 2024- 2026, si potrà beneficiare della cd. pace contributiva, destinata ai soggetti che non hanno un lavoro stabile e che, dunque, possiedono dei periodi scoperti da contribuzione.
Attraverso questo strumento, anche i periodi in cui non è stata svolta alcuna attività lavorativa vengono riscattati e possono essere presi in considerazione sia ai fini della maturazione del diritto alla pensione sia ai fini della determinazione dell’assegno spettante. In altre parole, gli interessati potranno accedere prima al pensionamento e ottenere un assegno più ricco.
Non tutti, però, possono usufruire della pace contributiva, perché bisogna possedere determinati requisiti e pagare una cifra che può essere più o meno elevata. Vediamo, dunque, chi può beneficiarne e in che modo si richiede la misura.
Tramite la pace contributiva, i periodi che non sono coperti da contribuzione possono essere riscattati, fino a un massimo di 5 anni (anche non continuativi), se ricompresi tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023. È, ovviamente, necessario che durante il periodo oggetto di riscatto non sia stata accreditata contribuzione obbligatoria, figurativa, volontaria o da precedente riscatto, in ogni forma di previdenza obbligatoria (dunque, anche le Casse per i liberi professionisti).
Questo strumento permette di coprire i periodi di aspettativa e inoccupazione, oppure i mesi che sono intercorsi da un impiego e un altro. Il riscatto, però, non è gratuito ma ha un preciso costo, che viene determinato sulla base del sistema contributivo, tramite il calcolo “a percentuale“. In pratica, viene applicata l’aliquota contributiva di finanziamento in vigore al momento dell’invio della richiesta presso la Gestione pensionistica interessata dal riscatto.
La somma dovrà essere pagata in un’unica soluzione oppure in un massimo di 120 rate mensili, ognuna di importo non inferiore a 30 euro. Nel caso in cui il contribuente dovesse smettere di versare l’importo dovuto, verrà riscattato solo il periodo contributivo relativo alla somma pagata.
La domanda per la pace contributiva può essere inviata fino al 31 dicembre 2025, in modalità telematica, accedendo al portale istituzionale dell’INPS, tramite SPID, oppure rivolgendosi a un Patronato. La richiesta di riscatto può pervenire dall’interessato, dai suoi superstiti oppure dai parenti e dagli affini entro il secondo grado (ai fini della determinazione della pensione di reversibilità) e, infine, dal datore di lavoro dell’assicurato.
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