Avete mai sentito parlare di “opzione contributiva”? I vantaggi che assicura sono numerosi, scopriamo chi può beneficiarne.
Non tutti i lavoratori riescono a maturare i 20 anni di contribuzione richiesti per poter accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria.
In pochi, però, sanno che esiste un metodo per poter ugualmente usufruire della prestazione e non perdere il diritto all’assegno. Si tratta di una soluzione che riserva diversi vantaggi e che assicura tutela anche a coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, fortemente penalizzati dall’attuale sistema previdenziale.
Mentre, infatti, i contributivi puri (ossia coloro che hanno iniziato ad accreditare versamenti dopo il 31 dicembre 1995) possono andare in pensione a 71 anni, anche con meno di 20 anni di contribuzione, tale opzione non può essere utilizzata da coloro che ricadono nel sistema misto.
La Legge di Bilancio 2024 ha, inoltre, eliminato il requisito del raggiungimento di un importo pensionistico pari o superiore a 1,5 volte l’Assegno sociale per i contributivi puri. Di conseguenza, questi ultimi possono tranquillamente usufruire della pensione di vecchiaia al compimento dei 71 anni di età.
Per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, invece, la pensione di vecchiaia a 71 anni non è consentita. Di conseguenza, chi non ha 20 anni di contributi risulta fortemente penalizzato e rischia di dover rinunciare alla prestazione.
Ma esiste, in queste ipotesi, una soluzione, che consente di accedere al pensionamento anche se non è stato maturato il requisito contributivo imposto dalla normativa. Scopriamo di cosa si tratta.
Come abbiamo anticipato, la pensione di vecchiaia ordinaria richiede il raggiungimento di due essenziali requisiti: 67 anni di età e 20 anni di contribuzione.
Per i contributivi puri, l’assegno può essere richiesto anche con meno di 20 anni di contribuzione, al compimento dei 71 anni di età. Ma quale strumento è previsto per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996?
È disponibile il computo nella Gestione Separata. In pratica, i lavoratori iscritti alla Gestione Separata (come i parasubordinati) possono scegliere il calcolo dell’assegno pensionistico con il sistema contributivo puro.
In questo modo possono usufruire delle regole fissate per i contributivi puri, pur non appartenendo a tale categoria. Si tratta, attualmente, dell’unico metodo a disposizione dei lavoratori che ricadono nel sistema misto di andare in pensione a 71 anni, con meno di 20 anni di contribuzione. Serve, però, il possesso di almeno un mese di contribuzione nella Gestione Separata, meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e almeno 15 anni di contributi accreditati dal 1° gennaio 1996.
In conclusione, anche chi non è contributivo puro, grazie al computo nella Gestione Separata, può accedere alla pensione di vecchiaia.
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