I soggetti che sono nati nel 1968 possono andare in pensione già da quest’anno con un’incredibile misura. Scopriamo in cosa consiste.
Smettere di lavorare prima del compimento dei 67 anni anche se non si possiedono i requisiti per Quota 103 o per Quota 41 è possibile.
Si tratta di un’opportunità da non perdere per uscire in anticipo dal mondo del lavoro anche con soli 20 anni di contribuzione (ossia il requisito minimo). In particolare, i nati nel 1968, cioè coloro che compiono 56 anni, possono presentare domanda per il pensionamento e ottenere la prima rata della prestazione nel 2025.
In particolare, possono usufruire di uno strumento di pensione anticipata, anche se non hanno una lunga carriera contributiva. Scopriamo di quale misura si tratta e quali sono i requisiti per richiederla.
Il nostro ordinamento prevede una particolare tipologia di pensione di vecchiaia, la cd. pensione con invalidità specifica.
Per ottenerla è necessario il riconoscimento dell’invalidità civile in misura non inferiore all’80% e la maturazione di un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Tale strumento permette agli uomini di smettere di lavorare a 61 anni di età e alle donne a 56 anni.
Non basta, quindi, la semplice invalidità civile, ma è necessaria la riduzione della capacità lavorativa di almeno l’80%, valutata in base alle specifiche caratteristiche del lavoratore e delle mansioni da svolgere. Bisogna, infatti, dimostrare che, sulla base delle condizioni possedute, non è possibile continuare a lavorare.
Potrebbe, dunque, essere molto più vantaggiosa della pensione anticipata ordinaria, per la quale sono richiesti 42 anni e 10 di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica. In tal caso, infatti, per smettere di lavorare a 56 anni sarebbe necessario aver iniziato la carriera a 14 o 15 anni.
Stesso discorso per Quota 41 per lavoratori precoci, perché richiede il possesso di almeno un anno di contribuzione prima del compimento del diciannovesimo anno di età.
La pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile è particolarmente vantaggiosa per le lavoratrici, soprattutto se paragonata ad altri strumenti, come Opzione Donna. In quest’ultimo caso, infatti, sono richiesti 61 anni di età, oppure 60 (se si ha un figlio) o 59 (se si hanno due o più figli), e 35 anni di contributi.
Ricordiamo, infine, che con Opzione Donna è sufficiente una riduzione della capacità lavorativa pari al 74%.
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