La presenza dei PFAS nell’acqua che beviamo non rappresenta l’unico pericolo per la nostra salute. Un’altra sostanza tossica spaventa.
L’acqua è contaminata da sostanze perfluoroalchiliche chiamate PFAS. Queste sostanze chimiche permanenti possono avere effetti negativi sulla salute causando danni al fegato, obesità, malattie tiroidee, problemi di fertilità e cancro. Ora si aggiungono altre sostanze altamente pericolose che derivano proprio dai PFAS.
La colpa è dell’uomo e delle tracce che lasciamo nell’ambiente se livelli fuori norma di PFAS si trovano anche in fonti lontani da siti contaminati. Ormai l’inquinamento delle sostanze perfluoroalchiliche nell’acqua è pervasivo e l’acqua potabile non è esclusa da questa contaminazione. I PFAS sono presenti nell’acqua del rubinetto e, ribadiamo, la colpa è dell’uomo. Queste sostanze sono forti e stabili, hanno proprietà idrorepellenti e oliorepellenti e sono ampiamente utilizzate nei prodotti industriali per aumentare la resistenza ad alte temperature, all’acqua e al grasso.
Le troviamo nelle padelle antiaderenti, nel packaging di carta per prodotti alimentari, nell’abbigliamento, nelle vernici. Facilmente finiscono nell’acqua e noi le ingeriamo. Gli effetti sospetti sono l’aumento del rischio di insorgenza di tumori, malattie alla tiroide, del sistema endocrino e patologie dell’intestino. Come se non bastasse altre sostanze sono state rilevate nell’acqua potabile.
Dai PFAS all’acido trifluoroacetico, l’acqua potabile è veleno per l’uomo?
Dalla degradazione dei PFAS si forma l’acido trifluoroacetico o TFA, una sostanza molto pericolosa come sottolineato nel rapporto del Pesticide Action Network. PAN Europe ha analizzato 23 campioni di acque superficiali e sei campioni di acqua sotterranee prese da dieci Paesi UE. I risultati sono allarmanti a detta del PAN.
Tutti i campioni d’acqua analizzati contengono PFAS e oltre il 98% del totale dei PFAS rilevati era TFA, sostanza prodotta dalla degradazione dei pesticidi PFAS e altre sostanze perfluoroalchiliche. In conclusione, l’entità della contaminazione è stata definita allarmante e richiede un’azione decisa. Questo anche se al momento non sono stati fissati valori soglia insuperabili per la presenza nell’acqua potabile. L’EFSA (European Food Safety Authority ha fissato nel 2016 un limite di 50 microgrammi di TFA per chilogrammo di peso corporeo al giorno.
L’Istituto Nazionale olandese per la salute pubblica e l’ambiente ha abbassato tale limite a 0,32 microgrammi. I livelli di TFA rilevati nell’analisi variavano da 370 ng/l a 3.300 ng/l mentre la somma degli altri 23 PFAS raggiungeva i 15,5 ng/l di media. Da qui la richiesta di PAN Europe ai Governi di agire in fretta per affrontare questa minaccia che rappresenta un grave pericolo per la salute dei cittadini. Propone anche il divieto dei pesticidi contenenti PFAS nonché di fissare un limite di TFA nell’acqua potabile.