Si può modificare l’IBAN per farsi pagare lo stipendio su un conto intestato a un terzo soggetto? Scopriamo cosa dice la legge.
Se si hanno dei debiti non pagati, i creditori possono rivalersi anche sulla busta paga del debitore.
Per evitare di perdere lo stipendio, molti lavoratori si chiedono se è possibile richiedere al datore l’accredito delle somme spettanti su un conto intestato ad un’altra persona (ad esempio, il coniuge o un familiare stretto).
Al momento dell’assunzione, infatti, il dipendente deve comunicare l’IBAN presso il quale verrà effettuato il bonifico per il pagamento. Anche in corso di esecuzione del contratto lavorativo, è possibile cambiare l’IBAN, tramite un’apposita procedura predisposta dall’azienda.
Ma si può richiedere l’accredito della busta paga sul conto di una persona diversa dal beneficiario? Al riguardo la legge non ammette dubbi.
Non esiste, nel nostro ordinamento, una specifica norma che vieta il l’accredito dello stipendio su un conto che è intestato a una persona diversa dal lavoratore.
L’unico obbligo, in tal senso, è che il pagamento venga disposto tramite mezzi tracciabili, come assegni bancari o postali, carta prepagata con IBAN o mandato di pagamento presso gli sportelli bancari.
Potrebbero, tuttavia, esserci dei problemi se si sceglie di ricevere i soldi sul conto di un terzo che non ha alcun legame con il datore di lavoro. Innanzitutto, in caso di controlli fiscali, il datore potrebbe risultare inadempiente nei confronti del dipendente e sarebbe obbligato a dimostrare al Fisco che, invece, ha provveduto al regolare pagamento.
Inoltre, l’accredito costante di importi sul conto corrente che appartiene a una persona che non ha rapporti col datore, potrebbe far pensare all’esistenza di un lavoro “in nero”.
Per scongiurare tali pericoli, è sempre preferibile comunicare al datore per iscritto la propria volontà di pagamento presso un conto differente. La richiesta deve, inoltre, essere inviata all’Ispettorato del Lavoro e all’Agenzia delle Entrate.
In conclusione, la legge consente di modificare l’IBAN per il pagamento dello stipendio, nel caso in cui l’intestatario del nuovo conto sia lo stesso dipendente. Se, invece, il conto appartiene a una terza persona (estranea al rapporto lavorativo), allora è necessario difendersi dai possibili rischi di tale azione.
In questi casi, il datore potrebbe trovare una soluzione più conveniente per tutti, ad esempio proporre l’accredito delle somme spettanti tramite assegno circolare o mandato a ricevere la retribuzione presso lo sportello della banca.
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