Non sono tempi facili per nessuno, ma una categoria di contribuenti sarà particolarmente penalizzata quest’anno: ecco perché.
Il 2024 è entrato ormai nel vivo anche dal punto di vista delle scadenze fiscali. Anche se il tempo delle dichiarazioni dei redditi è ancora lontano, molti contribuenti hanno iniziato a farsi i conti in tasca. E per coloro che dovranno presentare i nuovi 730 o i nuovi modelli Redditi PF, il futuro potrebbe riservare cattive sorprese.
La parola chiave è “incapienza fiscale”, e fa riferimento a un meccanismo un po’ paradossale, come il proverbiale cane che si morde la coda. A farne le spese sono tutti quei contribuenti – e sono davvero tanti – che, complice la grave crisi economica attuale, hanno perso il lavoro o hanno visto drasticamente ridursi lo stipendio.
Molti dei contribuenti che devono recuperare detrazioni Irpef ingenti si troveranno in grande difficoltà, perché se guadagnano di meno (o addirittura niente) e dunque pagano meno tasse, non avranno la necessaria capienza fiscale per beneficiare di quelle detrazioni. Il riferimento è alle spese sanitarie, quelle relative agli interessi sui mutui, quelle assicurative o per i lavori di ristrutturazione di casa.
Le spese che si recuperano tutte nella stessa dichiarazione (come quelle per i medicinali), e non spalmate in più anni (vedi le opere edili), sono ovviamente quelle più a rischio. Se un contribuente ha visto peggiorare la propria situazione economica nel 2023, dunque, potrebbe non essere in grado di recuperare le spese sostenute.
La normativa, infatti, su questo è molto rigida: si ha diritto a detrarre la quota spettante nei limiti dell’Irpef lorda da versare nello stesso anno a cui la dichiarazione dei redditi fa riferimento. E l’Irpef dovuto al Fisco è direttamente proporzionale ai redditi prodotti. Almeno per il momento, l’Agenzia delle Entrate non prevede la possibilità che la quota annuale di detrazione che non trova capienza nell’Irpef sia utilizzata per ridurre l’imposta lorda dei periodi d’imposta successivi, o rimborsata direttamente al contribuente.
Intanto è atteso il via libera del governo alla riforma delle sanzioni in ambito fiscale. All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri c’è la revisione di tre decreti del ’97 e della legge sulle cosiddette “manette agli evasori” (Dlgs 74/2000). Le sanzioni saranno ispirate al principio di “proporzionalità”, secondo la definizione contenuta nella bozza.
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