Pasqua è un giorno durante il quale la maggior parte dei lavoratori sospende la propria attività. Ma viene considerato festivo? Scopriamolo.
La maggior parte delle persone pensa che il giorno di Pasqua sia considerato dalla legge al pari delle altre festività nazionali. In realtà, non è così.
I giorni festivi sono indicati nell’art. 2 della Legge n. 260 del 27 maggio 1949, così come modificato dalla Legge n. 54 del 1977, e sono:
- il 1° gennaio (Capodanno);
- il 6 gennaio (Epifania);
- l’anniversario della Liberazione (25 aprile);
- Pasquetta;
- la Festa del Lavoro (1° maggio);
- l’Assunzione della B. V. Maria (15 agosto);
- Ognissanti (1° novembre);
- Immacolata Concezione (8 dicembre);
- il Natale (25 dicembre);
- Santo Stefano (26 dicembre).
Nella lista non compare la Pasqua e, dunque, il prossimo 31 marzo non potrà essere considerato festivo dai lavoratori. Cosa significa? Ecco cosa stabilisce la normativa.
Se si lavora a Pasqua si ha diritto a una maggiorazione? La legge non ammette dubbi
Durante i giorni festivi, i lavoratori dipendenti possono non svolgere la propria attività lavorativa e percepire ugualmente lo stipendio ordinario. Se, invece, la festa dovesse capitare di domenica, si tratterebbe di una festività non goduta e, di conseguenza, si avrebbe diritto a un bonus sulla retribuzione.
Nel caso in cui la festa cade di sabato o in un altro giorno non lavorativo, molti contratti attribuiscono un permesso aggiuntivo.
Poiché la Pasqua corrisponde sempre alla domenica, i lavoratori potrebbero pensare di avere diritto al bonus in busta paga al pari delle festività non godute. Ebbene non è vero, perché la Pasqua non è considerata una giornata festiva.
Questo significa che i dipendenti non ricevono alcun incremento sullo stipendio, come, invece, accade per gli altri giorni di festa che coincidono con la domenica. Trattandosi di una domenica, tuttavia, è riconosciuto il diritto al riposo e non c’è l’obbligo di recarsi al lavoro (salvo situazioni particolari).
Ai lavoratori che, invece, svolgono la propria attività anche a Pasqua, non spetta alcun tipo di maggiorazione, proprio perché non si tratta di un festivo. Si applicano solo gli incrementi eventualmente riconosciuti dai contratti collettivi per il lavoro domenicale.
Il discorso è differente per il lunedì che segue la Pasqua, il cd. Lunedì dell’Angelo o Pasquetta, che rientra tra i festivi.
Ricordiamo, infine, che le regole appena elencate possono subire delle variazioni, sulla base di quanto previsto dai contratti collettivi. Ad esempio, un CCNL potrebbe considerare anche la Pasqua come una giornata festiva. Per questo motivo, per una maggior tutela, consigliamo di consultare la specifica disciplina applicabile al proprio impiego.