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Importi delle pensioni sempre più bassi: c’è un peggioramento in vista, che delusione!

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Valentina Trogu

Le pensioni saranno sempre più basse, è previsto un peggioramento dal 2030 a causa di una modifica nel sistema di calcolo.

Una notizia che nessuno avrebbe voluto ascoltare. Invece che garantire un aiuto economico ai cittadini si parla di taglio dell’assegno pensionistico. Le previsioni sono nere e fanno arrabbiare i lavoratori.

Pensioni con importi sempre più bassi, perché (Cityzen.it)

Se già adesso a sentire parlare di pensione sale un magone aspettate di capire cosa succederà tra pochissimi anni. Si dovrà attendere sempre più per lasciare il mondo del lavoro e l’assegno sarà più basso. Quando si pensa di aver toccato il fondo spunta una novità che rende il baratro ancora più profondo. Quanti italiani possono dormire sonni tranquilli sapendo che la loro pensione potrà garantirgli un’ottima qualità della vita?

Una minima parte perché la stragrande maggioranza dei lavoratori non ha oggi uno stipendio né una posizione contributiva che possano tutelarli in futuro. Tra lavoro precario, interruzioni della carriera lavorativa, retribuzioni di 1.000/1.200 euro al mese costruire una solida pensione è impossibile. E ora spunta pure la notizia che le condizioni attuali andranno via via sempre peggiorando a causa del calcolo contributivo e dei nuovi coefficienti di trasformazione. Cerchiamo di capire meglio.

Cambiano (in peggio) i coefficienti di trasformazione

Ad oggi esistono tre sistemi di calcolo della pensione, retributivo, misto e contributivo. Presto i primi due metodi spariranno e rimarrà solo il calcolo contributivo previsto per chi ha iniziato a maturare i contributi dal 1996. Questo sistema è penalizzante rispetto gli altri due tenendo conto del montante contributivo. In più nel conteggio occorre prendere in considerazione i coefficienti di trasformazione che variano in base all’età di pensionamento.

Nuovi coefficienti di trasformazione e pensioni più basse (Cityzen.it)

In base ai cambiamenti che saranno attuati, prendendo in riferimento i modelli della Ragioneria Generale dello Stato 2024 si stima che entro il 2017 occorrerà attendere due anni in più per uscire dal mondo del lavoro e si riceverà un assegno pensionistico tagliato del 25%. Questa riduzione sarà dovuta al sistema di calcolo contributivo e alla revisione periodi dei coefficienti di trasformazione. Tale revisione muoverà in direzione sfavorevole per i lavoratori.

Nello specifico, il tasso di sostituzione diminuirà comportando un assegno più basso tanto da far risultare una sostenibilità finanziaria non tollerabile dal punto di vista sociale. Dovranno aumentare, dunque, i sussidi a favore delle fasce di popolazione più deboli per recuperare i soldi persi a causa della revisione dei coefficienti di trasformazione. Nere previsioni, dunque, suggerite dal rapporto “Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” del MEF e della RGS.

Valentina Trogu

Giornalista pubblicista, Web content writer, scrittrice e mediatrice familiare. Laureata in sociologia-analisi delle politiche sociali. Mi occupo della stesura di articoli toccando varie tematiche tra cui economia, salute, tecnologia, attualità. In questo modo posso coltivare la mia passione per la scrittura e cercare di rendere fruibili le informazioni ad un maggior numero di persone.

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