La pensione anticipata può essere richiesta anche grazie a uno strumento che prevede la collaborazione del datore di lavoro. Quali sono i vantaggi? Scopriamolo.
Il nostro ordinamento previdenziale prevede diverse misure per anticipare il pensionamento. Ogni anno, inoltre, il Governo introduce degli strumenti momentanei, rivolti a specifiche categorie di contribuenti, come Quota 103, Opzione Donna e Ape sociale.
Ci sono, tuttavia, soluzioni che permettono di anticipare la pensione grazie all’aiuto dello stesso datore di lavoro, a costi molto accessibili per l’azienda. Una di esse è l’isopensione, rivolta a coloro che sono quasi prossimi al congedo definitivo, ma non è sempre economicamente conveniente.
Per questo motivo, la soluzione più utilizzata è un’altra, per mezzo della quale i dipendenti possono accedere al pensionamento con 4 anni di anticipo senza gravare eccessivamente sull’azienda. Scopriamo di quale metodo si tratta.
Pensione con 4 anni di anticipo: a quali lavoratori spetta?
Un valida alternativa all’isopensione è il licenziamento del dipendente con la collaborazione del datore di lavoro, per consentire l’accesso all’indennità di disoccupazione (NASpI). Il sussidio viene erogato a coloro che hanno perso il lavoro in maniera involontaria (anche in caso di dimissioni per giusta causa e risoluzione consensuale) e che hanno accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni antecedenti l’inizio della disoccupazione.
L’assegno NASpI si riduce del 3% ogni mese a partire dal primo giorno del 6° mese di riconoscimento. Il beneficio viene versato mensilmente, per un numero di settimane uguale alla metà delle settimane di contributi degli ultimi 4 anni. Ovviamente, anche il licenziamento comporta delle spese per il datore, ma sono inferiori a quelle che si avrebbero con l’isopensione.
Di recente, poi, si è riacceso il dibattito sull’introduzione di Quota 41 aperta a tutti, come strumento di pensione anticipata alternativo a quelli attuali. Consentirebbe l’uscita dal mondo lavorativo con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica.
Per il momento, questa misura di flessibilità può essere chiesta solo dai cd. lavoratori precoci, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto e possiedono almeno 12 mesi di contribuzione prima del diciannovesimo anno di età e che hanno almeno un contributo settimanale accreditato entro il 31 dicembre 1995. Possono, poi, usufruire di Quota 41 i disoccupati che hanno smesso di beneficiare della NASpI da almeno 3 mesi.
Questo significa che, dopo aver concluso il periodo di percezione dell’indennità di disoccupazione, si può presentare richiesta per Quota 41. Tale meccanismo consente di andare in pensione con ben 4 anni di anticipo rispetto ai requisiti vigenti per la tradizionale pensione anticipata.