In pensione 4 anni prima grazie al datore di lavoro: non è un sogno, ma un’imperdibile opportunità che spetta ad alcuni dipendenti

La pensione anticipata può essere richiesta anche grazie a uno strumento che prevede la collaborazione del datore di lavoro. Quali sono i vantaggi? Scopriamolo.

Il nostro ordinamento previdenziale prevede diverse misure per anticipare il pensionamento. Ogni anno, inoltre, il Governo introduce degli strumenti momentanei, rivolti a specifiche categorie di contribuenti, come Quota 103, Opzione Donna e Ape sociale.

pensione con 4 anni di anticipo
Il datore può prevedere delle misure per favorire il pensionamento anticipato dei dipendenti (cityzen.it)

Ci sono, tuttavia, soluzioni che permettono di anticipare la pensione grazie all’aiuto dello stesso datore di lavoro, a costi molto accessibili per l’azienda. Una di esse è l’isopensione, rivolta a coloro che sono quasi prossimi al congedo definitivo, ma non è sempre economicamente conveniente.

Per questo motivo, la soluzione più utilizzata è un’altra, per mezzo della quale i dipendenti possono accedere al pensionamento con 4 anni di anticipo senza gravare eccessivamente sull’azienda. Scopriamo di quale metodo si tratta.

Pensione con 4 anni di anticipo: a quali lavoratori spetta?

Un valida alternativa all’isopensione è il licenziamento del dipendente con la collaborazione del datore di lavoro, per consentire l’accesso all’indennità di disoccupazione (NASpI). Il sussidio viene erogato a coloro che hanno perso il lavoro in maniera involontaria (anche in caso di dimissioni per giusta causa e risoluzione consensuale) e che hanno accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni antecedenti l’inizio della disoccupazione.

pensione anticipata in azienda
I dipendenti delle aziende possono andare fino a 4 anni prima in pensione (cityzen.it)

L’assegno NASpI si riduce del 3% ogni mese a partire dal primo giorno del 6° mese di riconoscimento. Il beneficio viene versato mensilmente, per un numero di settimane uguale alla metà delle settimane di contributi degli ultimi 4 anni. Ovviamente, anche il licenziamento comporta delle spese per il datore, ma sono inferiori a quelle che si avrebbero con l’isopensione.

Di recente, poi, si è riacceso il dibattito sull’introduzione di Quota 41 aperta a tutti, come strumento di pensione anticipata alternativo a quelli attuali. Consentirebbe l’uscita dal mondo lavorativo con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica.

Per il momento, questa misura di flessibilità può essere chiesta solo dai cd. lavoratori precoci, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto e possiedono almeno 12 mesi di contribuzione prima del diciannovesimo anno di età e che hanno almeno un contributo settimanale accreditato entro il 31 dicembre 1995. Possono, poi, usufruire di Quota 41 i disoccupati che hanno smesso di beneficiare della NASpI da almeno 3 mesi.

Questo significa che, dopo aver concluso il periodo di percezione dell’indennità di disoccupazione, si può presentare richiesta per Quota 41. Tale meccanismo consente di andare in pensione con ben 4 anni di anticipo rispetto ai requisiti vigenti per la tradizionale pensione anticipata.